Minacce e aggressioni xenofobe nell’Isola, gli episodi degli ultimi anni

Non erano neanche passate 24 ore da quando l’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni unite, lanciava un allarme razzismo in Italia, che a Sassari andava in scena uno dei più brutali e violenti episodi a sfondo razzista degli ultimi anni: un branco di giovani ha aggredito un 22enne del Gambia e lo ha picchiato a sangue. Il fatto è avvenuto ieri a tarda sera, nell’incrocio tra via Cossiga e via Berlinguer: il ragazzo è stato soccorso da un’ambulanza e portato al Pronto soccorso, ma il pestaggio avrebbe potuto avere conseguenze più gravi se gli aggressori non fossero stati messi in fuga da alcuni passanti. È l’ennesimo episodio di violenza verso uno straniero.

Non è sfociato per fortuna nell’aggressione fisica quanto accaduto questa estate a Cala Gonone, dentro l’Iris Café gestito da Dionigio Fronteddu: quattro ventenni hanno rifiutato di farsi servire da bere dal giovane barista senegalese. “Niente birra da quello lì”, hanno detto al proprietario, il quale ha difeso il giovane. La buona notizia è che nei giorni successivi le pagine Facebook di Fronteddu e del barista,  Mamadou Niang, sono state sommerse da messaggi di solidarietà. L’episodio di razzismo non è l’unico a Dorgali: appena un anno fa un centro di accoglienza per migranti in località “Su babbu mannu” era stato devastato da un ordigno fatto esplodere durante la notte. L’attentato avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi se l’ordigno fosse stato posizionato in un altro punto: secondo gli inquirenti quella bomba era stata confezionata per uccidere.

Tre giorni dopo l’attentato di Dorgali, il 29 luglio 2017 una villa nella periferia di Sassari è stata distrutta da un incendio doloso appiccato da ignoti durante la notte: la struttura si preparava per ospitare 40 stranieri richiedenti asilo grazie al piano di accoglienza straordinaria predisposto dalla Prefettura. Ancora fiamme, questa volta a Iglesias, nell’ex scuola di polizia penitenziaria destinata ad accogliere i migranti in attesa di essere reimpatriati: la notte dell’11 ottobre 2016 qualcuno ha cercato di appiccare un incendio, che per fortuna si è spento prima dell’arrivo dei vigili del fuoco senza creare danni particolari. Il fatto è accaduto pochi giorni dopo un sit-in organizzato dall’amministrazione comunale in protesta contro l’apertura del centro.

Pochi mesi prima anche Aglientu e Burcei avevano registrato episodi di odio contro i migranti: il  7 giugno ignoti hanno dato alle fiamme una struttura rurale a Santa Maria, un agglomerato di case a una decina di chilometri da Aglientu, in Gallura; alcuni giorni prima un gruppo di cittadini aveva occupato il Municipio per protesta contro l’annunciato arrivo di un’ottantina di stranieri. A settembre dello stesso anno a Burcei un gruppo di cittadini ha sfondato la porta di una palazzina destinata a centro di accoglienza e ha distrutto porte, vetri e arredi; di lì a poco sarebbero arrivati trenta richiedenti asilo.

Virtuale, ma non meno preoccupante, l’onda di violenza che lo scorso giugno si è scatenata contro il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il sindaco di Bortigiadas, e presidente Anci Sardegna, Emiliano Deiana: i due avevano espresso solidarietà ai migranti a bordo della nave Aquarius, a cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva negato l’approdo in Italia. Inviti al suicidio, insulti pesanti e minacce si sono riversate sulle pagine Facebook dei due sindaci e pure su quella di Sardinia Post che ne riportava le dichiarazioni: una valanga d’odio durata diversi giorni. Ancora virtuale l’aggressione a una famiglia di etnia rom che tre anni fa ha chiesto al Comune di Sorso di poter avere la residenza in un terreno del paese. Ancora prima di avere risposta dagli uffici comunali è nata una pagina Facebook che ha collezionato insulti, minacce e addirittura l’invito a “organizzarsi in privato” per bloccare il trasferimento dei rom. 

Un’altra aggressione è accaduta a Cagliari, alla stazione dei treni di piazza Matteotti, due anni fa: un giovane, probabilmente minorenne, è stato picchiato da alcuni ragazzini che lo hanno accerchiato e colpito al volto con schiaffi e pugni. Gli aggressori sono stati bloccati da un passante-testimone: sono rimasti impuniti perché lo straniero, spaventato, si è allontanato senza sporgere denuncia.

 

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