A 97 anni è morto Modesto Melis, testimone dell’orrore nazista

Il penultimo compleanno, quello dei 95 anni, lo aveva voluto festeggiare in modo molto speciale: tra le nuvole. Modesto Melis, nato a Gairo, classe 1920, trascorse quella giornata dell’11 aprile in volo con il paracadute (qui la storia, il video e le immagini). Un sogno un po’ folle, messo in atto grazie al paracadutista Valentino Deriu e a una bella famiglia che accompagnava nonno Modesto in questa impresa estrema nelle campagne di Serdiana. Melis aveva un altro compleanno da dimenticare: quello di settant’anni prima passato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, dove era detenuto come prigioniero politico.

Modesto Melis è scomparso ieri all’età di 97 anni nella sua casa di Carbonia dove viveva ormai da anni. Porta con sé il ricordo di quei momenti terribili passati con i nazisti: negli anni della seconda guerra mondiale era un paracadutista della Divisione “Folgore” in Toscana ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si ritrovò sbandato, senza più un comando da seguire insieme a molti altri militari italiani. La scelta era tra le file degli antifascisti o nella Repubblica Sociale di Salò: scelse la fuga dai nazifascisti, e così quando venne catturato fu accusato di lavorare per i partigiani. Imprigionato, venne spedito a Gusen, campo minore del più celebre Mauthausen. Si salvò dalla camera a gas solo perché riuscì a farsi mettere al lavoro nelle officine meccaniche.

“Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? È una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri – si chiedeva Melis nel libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura e pubblicato nel 2013 dall’editore Gianpaolo Cirronis.

Modesto Melis, tornato sano e salvo nella sua Gairo, ha raccontato per la sua intera esistenza l’orrore dei campi di sterminio e la follia nazifascista con interviste, incontri pubblici, appuntamenti nelle scuole. Tre anni fa, inoltre, è stato nel campo di Mauthausen come visitatore insieme al figlio Bruno : “Orribile tornare lì – ci ha raccontato quell’11 aprile 2015 a Serdiana poco prima di indossare il paracadute e lanciarsi dall’aereo in volo – il campo di Gusen dove sono stato dall’agosto 1944 fino al 5 maggio dell’anno dopo è stato completamente trasformato, ma a Mauthausen si vedono perfettamente le tracce del campo nazista e c’è ancora la camera a gas”.

I funerali di Modesto Melis si svolgeranno mercoledì 11 gennaio alle 15.30 nella parrocchia di San Ponziano a Carbonia.

Francesca Mulas

 

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