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Iglesias, la presa in giro dei tirocini formativi per i disabili

Qualche giorno fa, quindi al termine della sua breve vita, la provincia di Carbonia Iglesias, assessorato provinciale al Lavoro e Formazione professionale ha licenziato una delle sue ultime delibere con cui si è decisa l’assegnazione di incentivi finalizzati all’inserimento e all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità di cui alla legge 68/99.
Le risorse messe a disposizione ammontano complessivamente a € 167.417 e saranno ripartite tra due azioni differenti d’intervento: una finalizzata all’attivazione di tirocini formativi con una dote finanziaria di € 84.000 e l’altra, per assunzioni a tempo determinato, con una copertura finanziaria di € 83.417. Entrambe le procedure saranno attivabili a decorrere dal primo luglio.

“Il progetto – ha spiegato l’Assessore al Lavoro, Alberto Pili – consentirà l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei cittadini diversamente abili all’interno delle aziende virtuose operanti nel mercato del lavoro provinciale”.
Fin qui tutto bene. Nel senso che la provincia, e l’assessorato al lavoro in questo caso, si è attivata affinché venisse assicurata una opportunità di lavoro e di esperienza professionale e formativa ai soggetti, così detti, diversamente abili.
I problemi sorgono quando un soggetto “diversamente abile” si presenta presso un azienda privata o un ente pubblico dell’ambito provinciale per chiedere di attivare una assunzione a tempo determinato o, almeno, di poter svolgere un tirocinio formativo.Le risposte sono sconsolanti e, talvolta, anche distruttive da un punto di vista morale per il giudizio che alcuni imprenditori hanno della condizione di disabilità nel mondo del lavoro: “un peso per la società”.

Inoltre il convincimento più diffuso nell’ambito delle aziende ma anche negli enti pubblici, è che la formula del tirocinio formativo e, peggio ancora, dell’assunzione a tempo determinato, sia troppo complicata ed anche anti economica perché “le tanto decantate norme per favorire l’occupazione, spiega Marina Massidda, consulente del lavoro, sono sulla carta immediatamente operative ma il datore di lavoro per fruire della agevolazione deve: verificare i requisiti soggettivi del lavoratore ( età, titolo di studio, status etc), verificare i requisiti dell’azienda (non aver effettuato licenziamenti,….non violare il diritto di precedenza… creare l’incremento e mantenerlo….) poi i soldi ci sono ma le risorse derivano dalla riprogrammazione dei fondi strutturali europei e il dL prevede che possa essere applicato solo dopo l’approvazione degli atti che danno il via libera alla programmazione….”.

Per concludere, la Provincia di Carbonia Iglesias mette a disposizione la bella cifra di circa 167 mila euro per favorire ai soggetti diversamente abili un minimo di reddito per un tempo limitato, massimo 12 mesi, e una esperienza lavorativa e formativa in una azienda della provincia ma le aziende e gli enti pubblici preferiscono “dribblare”, per usare un eufemismo calcistico, il provvedimento perché troppo complicato e, forse, anche antieconomico.
Il risultato è che le somme stanziate dalla Provincia rimarranno nelle casse pubbliche, che a questo punto non si sa neppure quali siano, e i giovani e meno giovani “diversamente abili” continueranno a sognare di varcare l’uscio di un posto di lavoro che somiglia sempre di più a un miraggio che a un qualcosa di reale. Insomma una vera e propria presa in giro ai danni dei disabili dovute ad una burocrazia che ha fatto il suo tempo e che non sortisce più alcun risultato.
Carlo Martinelli

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