VIDEO. Il disastro di Capo Frasca

Il video esclusivo, girato dal deputato di Unidos Mauro Pili, del disastro del poligono di Capo Frasca.

“Un tappeto di bombe gigantesche, missili da 100 kg conficcati nel terreno. E poi un aereo precipitato di cui nessuno dentro la base dice di sapere niente”. Dopo una notte di attesa Pili ha annunciato su Fb, diffondendo anche le foto e un video, di essere riuscito a entrare nel poligono sardo di Capo Frasca per visitare la zone dell’incendio di giovedì. Ieri aveva cercato di entrare ma non essendo autorizzato era stato bloccato dai carabinieri. “O mi arrestano o entro” aveva detto.

“Quello di Capo Frasca è uno scandalo senza precedenti. Hanno tentato in tutti i modi di nascondere il disastro ambientale e soprattutto di dare un immagine falsa di quanto succede dentro il poligono militare. Aver divulgato le immagini delle mini bombe e aver nascosto l’area target 5 con l’uso delle bombe ciclopiche è semplicemente vergognoso. Solo uno Stato vigliacco può comportarsi in questo modo”. Giovedì durante un’esercitazione è scoppiato un incendio che ha bruciato circa 25 ettari di macchia mediterranea.

Il deputato ha trascorso la notte alla base per protestare contro il divieto di ingresso nell’area dell’incendio e soltanto intorno a mezzogiorno ha avuto il via libera per il sopralluogo ispettivo nell’area interdetta. “Si tratta di un scenario apocalittico – continua – dove alla devastazione delle fiamme si aggiunge la scoperta di centinaia di missili dispersi in tutta la superficie della punta estrema del promontorio. Ho voluto verificare palmo a palmo la base. Le immagini che mi sono presentate sono agghiaccianti a partire dai missili ciclopici che si sono conficcati sul terreno devastando l’intero patrimonio ambientale”.

“E’ semplicemente vergognoso – conclude Pili – che ieri siano state mostrate delle micro bombe e invece sia stata preclusa la visita della zona target più avanzata dove si usa un apparato bellico impressionante. Le fiamme hanno messo a nudo una realtà disarmante che conferma un uso dissennato e inaccettabile della Sardegna da parte dello Stato”.

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