Termovalorizzatore di Cagliari, sì della Regione al potenziamento

Per l’impianto della zona industriale sono stati deliberati 41.706.471 euro. Ora la progettazione definitiva. Poi l’appalto integrato.

Il termovalorizzatore di Macchiareddu potrà smaltire 170mila tonnellate di rifiuti. L’operazione revamping – ovvero la ristrutturazione dell’impianto sfruttando la capacità massima di smaltimento – è stata autorizzata dalla Regione con 41.706.471 euro. La delibera l’ha firmata il 20 aprile scorso l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Nel frattempo al Consorzio industriale Cacip della Provincia di Cagliari (è proprietario del termovalorizzatore gestito dalla spa Tecnocasic a controllo pubblico), il presidente Dem Tore Mattana ha fatto il resto: ecco nominata la commissione di esperti che dovrà valutare le 6 offerte arrivate per realizzare la progettazione definitiva.

Dunque, per un revamping, quello di Tossilo, che ha scatenato proteste sino al Consiglio regionale, ce n’è un altro che invece fila liscio. Al Cacip contano di aggiudicare la gara di Macchiareddu entro la fine di giugno. Dopo di che sarà solo una questione tecnica.

È lo stesso Mattana, in carica da un anno, a fare il punto sull’investimento che, per la prima volta, venne chiesto dal Cacip a luglio 2010. “Un intervento – spiega il presidente – divenuto più che mai necessario col tempo perché è aumentata la quantità di rifiuti prodotta”.

L’impianto della zona industriale ha una capacità di 124.693 tonnellate. “Ma a breve – continua Mattana – ne dovremmo smaltire 139.794. Perché alle 122.794 in arrivo dall’intera Provincia di Cagliari, vanno aggiunte le 17mila del Sulcis, dopo la chiusura della discarica Sa Terredda a Carbonia”.

Mattana dice ancora: “Il sovraccarico del termovalorizzatore comporta spegnimenti forzati per evitare il surriscaldamento delle caldaie, quindi il rischio di definitive rotture, e ciò ha un costo annuo di 7 milioni di euro. Di cui uno per le continue manutenzioni e 6 per l’assenza della discarica di servizio col conseguente trasferimento dei rifiuti a Serdiana o a Villacidro”.

I lavori del revamping dureranno 1 anno e otto mesi e saranno affidati con un appalto integrato. “Siamo davvero soddisfatti – dice il presidente – per il contributo ottenuto dalla Regione. Vero che è dovere di tutti noi cittadini differenziare quanti più rifiuti possibile, ma c’è una parte non trattabile rispetto alla quale va data una riposta”.

Con la ristrutturazione della potenza, sarà perfezionato pure il recupero della frazione organica. “A Macchiareddu già si lavora anche il compost – fa sapere Mattana -. Ma per via dell’impianto obsoleto non si ricava un prodotto di alta qualità. Col revamping raggiungeremo questo ulteriore obiettivo”.

C’è poi il fronte della produzione di energia. “Come in ogni processo di termovalorizzazione – sottolinea ancora il numero uno del Cacip – anche l’impianto di Macchiareddu produce elettricità dalla combustione dei rifiuti. Al momento riusciamo a ricavare un milione (in vendita di kilowatt all’Enel) che viene dirottato interamente sugli investimenti. Il resto dell’energia è utilizzato per garantire il funzionamento dell’impianto”.

Mattana guarda infine all’intera filiera dei rifiuti. “Ammodernare un termovalorizzatore significa erodere quella spese di 7 milioni che sono i costi fissi derivanti dalla ridotta efficienza dell’impianto. Ciò significa poter ridurre la tariffa di conferimento quando il revamping sarà ultimato”.

I 41.706.471 euro deliberati dall’Esecutivo Pigliaru due mesi fa verranno spalmati sul bilancio triennale della Regione. In questo modo: 4.170.647 sul 2015, 16.427.912 euro sul 2016 e 21.107.912 euro nel 2017. Tuttavia, il primo finanziamento ottenuto dal Cacip per il revamping è datato 2013. “La Giunta Cappellacci assegnò una prima tranche di 5 milioni e 200mila euro, di cui 500mila per la progettazione preliminare”.

Stando alla relazione tecnica del Cacip, per il revamping servono in tutto 52 milioni. In cassa, adesso, ce ne sono poco meno di 47. Sulla carta ne mancano 5. “Con la progettazione definitiva – conclude Mattana – conosceremo il costo definitivo dell’opera. Se anche la cifra dovesse restare invariata, è nostra intenzione non accendere mutui per garantirci la copertura finanziaria. Non vogliamo aumentare di un solo centesimo la tariffa di conferimento che graverebbe automaticamente sulle tasche dei cittadini”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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