Termodinamico Flumini Mannu, Pigliaru: “No alla costruzione di mega impianti”

No alla costruzione dei due impianti solari termodinamici nelle campagne del Medio Campidano. Lo ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sabato a Guspini, durante un faccia a faccia con i giovani sul palco della Festa dell’Unità. “Confermeremo la nostra opposizione al progetto in sede di conferenza di servizi”, ha spiegato, “perché incoerenti con il nostro Piano energetico regionale appena approvato. Dico sì agli impianti proporzionati alle esigenze e al fabbisogno dei territori”, ha detto Pigliaru davanti ai cittadini e ai rappresentanti dei comitati per il “no” alla mega centrale, “ma non a mega impianti che producono energia in grandi quantità che viene immessa poi nella rete del gestore nazionale e non viene utilizzata nell’isola. Utilizzare quei terreni agricoli e fertili per installare mega impianti che, se cambia il mercato, diventano inutili, ci ricorda errori del passato che noi vogliamo evitare”, ha precisato Pigliaru.Sul progetto della centrale da mesi è in atto un’opposizione da parte dei comitati e degli stessi proprietari dei terreni che si sono opposti alla proposta di affitto (leggi qui).

Il presidente della Giunta interviene per la prima volta direttamente sui progetti che prevedono l’installazione di 500 ettari di specchi solari con fondazioni in cemento armato tra Decimoputzu, Gonnosfanadiga, Guspini, Villacidro e Villasor. Alle due società, la Gianluigi Angelantoni Group e la Chiyoda Corporation, la Regione ha negato l’autorizzazione per l’impianto inferiore a 55 mega watt, ma ora il progetto è stato ampliato ed è soggetto ad autorizzazioni nazionali.
“Il Piano energetico regionale”, ha precisato Pigliaru, “segue un indirizzo ben preciso: il futuro sono le smart grid a livello locale e le isole energetiche per promuovere l’autoconsumo, abbattere i costi e creare così vantaggi per cittadini e imprese”. “Dobbiamo spostare la visione dal tempo in cui qualcuno produceva tanta energia in un unico luogo, poi la distribuiva attraverso una grandissima rete con costi altrettanto grandi”, ha conc luso, “a una visione autosufficiente in cui è dominante, grazie alla tecnologia, il modello locale, con il conseguente abbattimento dei costi.”

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