Rete ospedaliera, corteo e protesta a Cagliari contro la riforma

Ci sono i sindaci di tutti i territori della Sardegna, i partiti dell’opposizione in Consiglio regionale, i comitati spontanei, gli indipendentisti, il Movimento Cinquestelle, ma anche quello dei Pastori sardi, il No Nucle e persino le associazioni dei consumatori. E’ molto variegato il popolo dei manifestanti scesi oggi in piazza a Cagliari per dire no alla riforma della rete ospedaliera che sarà discussa in Aula tra una decina di giorni. “Chiediamo che l’ospedale San Marcellino possa avere il suo reparto di chirurgia con letti a sé stanti, siamo qui per questo”, dice all’ANSA il sindaco di Muravera, Marco Falchi. “Anche noi manifestiamo per difendere il presidio di Muravera – aggiunge il sindaco di Castiadas, Eugenio Murgioni – d’estate siamo distanti da Cagliari un’ora e mezzo di viaggio, vogliamo che la sanità sia uno dei servizi essenziali che una delle località turistiche più importanti della Sardegna possa garantire ai vacanzieri”. “Noi distiamo 80 chilometri da Cagliari – spiega la sindaca di Nurallao, Rita Ida Porru – e i cittadini di Nurallao che fanno riferimento all’ospedale di Isili sono perlopiù anziani”. “Questa riforma non ci soddisfa – sostiene infatti il primo cittadino di Isili, Luca Pilia – si tiene conto dei numeri e poco del bisogno delle popolazioni periferiche, né delle carenze della rete viaria. A Isili si vuole chiudere il reparto di chirurgia quando erano stati investiti circa 700mila euro per rifare le sale operatorie”.

Tra i manifestanti anche consiglieri regionali di Forza Italia (Edoardo Tocco), Fratelli d’Italia (Paolo Truzzu), Udc (Gian Luigi Rubiu), e poi il leader si Sardigna Nazione, Bustianu Cumpostu, e del movimento No Nucle, Vincenzo Pillai, oltre a Claudia Zuncheddu della Rete Sarda Difesa Sanità pubblica e tutti i comitati per la difesa della sanità nelle zone interne. Ci sono pure i grillini, rappresentati dalle parlamentari del M5S Emanuela Corda e Manuela Serra. “La riforma ha un senso dal punto di vista della razionalizzazione dei costi – afferma Corda – ma non ha tenuto conto delle criticità dei territori e della capillarità dei servizi. Come La Maddalena, sono tante nell’Isola le zone disagiate”. “Una riforma piena di inganni che ha l’alibi di riformare sanità sarda – ha dichiarato all’ANSA Claudia Zuncheddu – in nome dei buchi di bilancio tagliano diritti alla gente chiudendo ospedali e servizi”. Questo, ha aggiunto, “è un Piano ideato per avviare la sanità pubblica verso la sua privatizzazione. E oggi siamo in trecento, ma altri pullman arriveranno, per gridare il nostro no a tutto questo”.

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