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Piano casa, gli ambientalisti alla Giunta: “Legge da bloccare sul nascere”

La nuova legge “sulla casa” che dovrà prendere il posto del Piano Casa deve essere fermata sul nascere perché “sembra muoversi in direzione opposta rispetto a quel modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla promozione e sull’utilizzo produttivo delle qualità del territorio e del paesaggio, che è contenuto nel programma dell’attuale Governo regionale e che è apparso particolarmente convincente tanto da essere stato premiato nel voto dai sardi”. Lo scrivono, in un documento, Legambiente, Italia Nostra, Fondazione Ambiente Italia (Fai), Lipu e Wwf Sardegna scrivono al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiedendo un confronto sul disegno di legge che ha avviato il suo iter nella Commissione Governo del territorio in Consiglio regionale.

“Proporre nei fatti di accantonare il Piano paesaggistico regionale e puntare sul più tradizionale (e ormai dichiaratamente perdente) dei meccanismi edilizi, a livello di conseguenze pratiche e anche di immagine – affermano le associazioni ambientaliste – sembrerebbe l’esatto contrario di quella scommessa su una Sardegna in cui l’innovazione si radica solidamente nei paesaggi dell’identità, che tutti auspichiamo. Questo ddl non deve proseguire il proprio iter approvativo, in quanto le norme in esso contenute appaiono potenzialmente assai lesive per gli effetti che avrebbero sul territorio, nonché sul patrimonio culturale e ambientale, ed anche per la filosofia di rilancio della espansione edilizia che pervade buona parte degli articoli del provvedimento proposto”.

Secondo gli ambientalisti, “è necessario evitare che il primo atto legislativo di questa Giunta in campo ambientale sia, o anche soltanto appaia, come diretto a privilegiare uno sviluppo quantitativo casuale e non programmato, un caso per caso prevalentemente senza qualità, sganciato da ogni impegno al miglioramento ed alla riqualificazione, e che riecheggia in un modo un po’ inquietante le pratiche più desuete di boom edilizi ormai irrealistici e improponibili, già perseguiti dalla precedente giunta con ben cinque ‘Piani casa'”.

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