Pd, è definitivo: le aree Cabras, Fadda e Lai escono dalla segreteria di Soru

Il Pd non ha più una maggioranza: nel vertice di Tramatza gli ormai ex alleati di Renato hanno deciso per le dimissioni dei propri delegati.

Nessun ripensamento, ma non era nemmeno all’ordine del giorno: le aree di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai hanno formalmente deciso di rompere con Renato Soru e uscire dalla maggioranza del partito, governato insieme dal congresso di ottobre 2014. La road map è stata concordata nella riunione di questa mattina a Tramatza, dove le tre correnti si sono date appuntamento per la discussione finale.

Il primo passaggio si concretizzerà con l’addio alla segretaria di Soru, un organismo da 9 e nel quale gli ormai ex alleati del segretario hanno quattro deleghe. Alla deputata Romina Mura, che ha già consegnato la lettera di dimissioni dagli Enti locali la settimana scorsa, si uniranno Giuseppe Frau (Sanità) e Dolores Lai (Cultura).

Il quarto delegato è l’olbiese Carlo Careddu (Pianificazione del territorio), di area Cabras come la Mura, ma lui non lascerà subito, per via della protesta che i galluresi hanno deciso di avviare all’interno del Pd per il mancato riconoscimento del territorio a rete metropolitana, come anticipato ieri da Sardinia Post. Frau è un faddiano, la Lai è la cugina dell’ex segretario Silvio, attualmente senatore.

Careddu, tuttavia, ha spiegato a Tramatza di essere d’accordo nella sostanza rispetto alle contestazioni mosse a Soru e alla sua gestione della leadership. A causare la rottura in maggioranza, sarebbe infatti la mancanza concertazione delle scelte, un fatto di cui le aree Cabras, Fadda e Lai accusano il segretario.

Dichiarazioni di Soru non ne sono ancora arrivate. Ma forse è presto, visto che il vertice di Tramatza si è concluso solo alle 14 e comunque non è stato accompagnato da alcuna nota ufficiale. A Soru verranno però comunicate le dimissioni dalla segreteria oggi stesso.

Tecnicamente con una segreteria a 5, non cambia nulla: gli altri delegati non decadono. Il problema del Pd è tutto politico, a maggior ragione ora che lo scontro interno è stato formalizzato dalle dimissioni della minoranza. Anche se le imminenti elezioni Comunali, previste per la prossima primavera, con tutta probabilità congeleranno il dissenso all’iniziativa odierna e la questione della segreteria si riaprirà dopo i ballottaggi di giugno.

Di certo è difficile vedere oggi dei margini per l’instaurarsi di una nuova “pace”. Cabras, Fadda, Lai e Soru è dal 2007 che si scontrano dentro il Pd. E prima, nel quadriennio 2004-2007, lo avevano fatto nel centrosinistra quando Soru era il governatore della Sardegna.

L’accordo congressuale del 2014 era infatti apparso ad alcuni osservatori autorevoli, tra i quali Guido Melis, molto fragile. Il vero collante fu  il passo indietro di Francesca Barracciu da candidata alla presidenza della Regione. Poi, risolta la questione elettorale e lasciato passare il primo anno di governo, gli antichi problemi sono riaffiorati.

Lunedì sera si vedranno invece le molte anime di quella che fino a oggi è stata la minoranza, guidata dal senatore ex Ds Ignazio Angioni: anche per l’opposizione interna al Pd la partita è delicata, dal momento che una decisione andrà presa. E le opzioni sono due: sostenere Soru o schierarsi al fianco di Cabras, Fadda e Lai. Nel primo caso, il Pd non cambierebbe segretario, nel secondo ne verrebbe eletto uno nuovo.

Al momento la minoranza Pd non pare affatto compatta: l’ipotesi più probabile è che si divida al proprio interno, convertendosi in ago della bilancio perché prevalga una delle due soluzioni in campo.

Nell’agenda Pd di questa settimana va ricordata pure la convocazione del Comitato dei seggi, formato da un mini parlamentino in rappresentanza di tutte le correnti Pd. Questo vertice dovrebbe far saltare la Direzione regionale convocata per lo stesso giorno, ma prima che nel partito scoppiasse il caos con lo strappo in maggioranza.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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