Migranti, ipotesi ex carcere di Iglesias per il Cpr. E scoppia la polemica

Il ministero degli Interni ha proposto alla Regione di utilizzare l’ex carcere di Iglesias come Centro regionale permanente per rimpatri di immigrati. La notizia è stata diffusa nel pomeriggio dal deputato di Unidos Mauro Pili; la conferma è arrivata dalla Regione che però ha precisato che la risposta al ministero arriverà solo dopo il coinvolgimento di Anci e amministrazioni locali. In serata l’amministrazione comunale di Iglesias ha diffuso un comunicato esprimendo netta contrarietà al progetto.

La denuncia di Pili. “Il carcere di Iglesias sarà trasformato in centro di accoglienza per immigrati, più esattamente un centro permanente per i rimpatri – ha spiegato Pili -. Come dissi due mesi fa, per portare a compimento l’operazione sono stati approntati anche progetti di ristrutturazione che andranno ben oltre la struttura agenti. In quel centro andranno dai 200 ai 300 immigrati”. “La folle decisione di utilizzare il carcere di Iglesias – prosegue Pili – era stata già presa quasi un anno fa quando denunciai quella scelta scellerata mentre ora viene confermata dalla stesso ministro con il silenzio di tutti. E’ gravissimo il silenzio dell’amministrazione comunale di Iglesias e ancora più grave quello della Regione. Il ministero dell’interno nonostante l’emergenza in Sardegna stia raggiungendo soglie non più sostenibili, sia sul piano della qualità dell’accoglienza che quello sanitario, continua a destinare all’isola un contingente di migranti ormai ingestibile”.

La Regione. Sull’individuazione dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) “la Regione si riserva di far pervenire al ministero degli Interni la posizione da promuovere con il coinvolgimento dell’Anci e delle amministrazioni locali”, lo ha precisato la stessa Regione la quale ha spiegato che “la proposta del Ministero, pervenuta questo pomeriggio, riguarda l’ex casa mandamentale di Iglesias, da ristrutturare, per una capienza di 100 posti, e giunge a seguito di ricognizione tecnica sui possibili centri già esistenti e funzionali, assieme ad altre 10 strutture dislocate nel resto d’Italia”. “Come condiviso in sede di Conferenza delle Regioni – ha sottolineato l’Esecutivo – la decisione definitiva presuppone l’accordo con la Regione che può, nel mentre, proporre alternative”.

Il comune di Iglesias. L’amministrazione comunale in serata ha diffuso una nota spiegando che non è pervenuta alcuna comunicazione circa l’eventuale utilizzo della struttura dell’ex carcere di Iglesias. “In ogni caso, qualora la suddetta notizia si confermi quale decisione del Ministero dell’Interno, si chiarisce, in maniera inequivocabile, che questa Amministrazione Comunale è fermamente contraria a questo progetto”, si legge nel comunicato. “Questo perché la solidarietà vera e concreta si attua non ghettizzando i migranti ma mettendo in atto un progetto di solidarietà, di accoglienza e di integrazione sia umana che sociale, così come avviene, per esempio, con il progetto SPRAR, attivato dalla nostra Amministrazione”.

Cappellacci attacca la Regione. Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, commenta le dichiarazioni della Regione sul centro migranti di Iglesias. “Delle due è l’una: o Pigliaru mente ai sardi, e la Giunta regionale era già al corrente della decisione del Ministero, oppure continua a subire passivamente le decisioni del Governo. Altro che condivisione con Enti Locali: Gentiloni alias Renzi ordina e Pigliaru esegue. È vergognoso che per ciò che interessa allo Stato si trovino sempre cospicue risorse mentre per superare il gap infrastrutturale della nostra isola il Governo è avaro o fa il finto generoso con il portafoglio della Regione e con soldi già stanziati nelle passate Legislature. Venerdì alle 18 saremo ad Iglesias – ha concluso Cappellacci – per contestare una decisione assurda, che vede la nostra isola maltrattata, con la complicità della Giunta regionale che tenta di mascherare con piccole astuzie il suo pieno sostegno alla trasformazione della Sardegna in una nuova Lampedusa”.

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