Le donne nel Consiglio regionale sardo, ecco tutte le elette dal 1949 a oggi

Quindici legislature – dal 1949 a oggi – e sessantuno donne elette: sono i numeri della rappresentanza femminile nel Consiglio regionale della Sardegna. Li ha diffusi l’Ufficio stampa di via Roma, oggi che massima assemblea ha approvato la leggina sulla doppia preferenza di genere con un voto quasi unanime (50 favorevoli e due contrari).

Nella prima legislatura del ’49, furono tre le consigliere regionali: la comunista Claudia Corona Loddo e le democristiane Pierina Falchi ed Eufemia Sechi. La Loddo e la Sechi centrano l’elezione anche nelle due legislature successive, rispettivamente nel ’53 e nel ’57. In quest’ultima venne eletta pure Elodia Macis, sempre in quota Dc. Nella IV legislatura del ’61 e nella V del ’65, nella massima assemblea sarda tornarono ancora la Falchi e la Macis, con quest’ultima che fu la sola consigliera dell’Aula nel ’69.

Ancora tre le elette nel ’74 e tutte del Pci: Mariarosa Cardia, Franca Maria Careddu ed Egidia Melis. Nel ’79 (VIII legislatura) la Cardia incassò il seggio insieme a Maria Isabella Puggioni, del Partito radicale sardo (qui un approfondimento del nostro giornale). Quattro le consigliere nell’84: tre del Pci, Ada Maria Lai, Lucia Moi e Linetta Serri, e una della Dc, Maria Cristina Serra Pintus.

Nell’89 la rappresentanza femminile salì a quota sette: ancora la Serri e la Lai insieme alle altre comuniste Maria Vittoria Casu e Maria Francesca Urraci. In quota Dc riconferma per la Serra Pintus e nuova elezione per Virginia Lai. Col Psi conquistò il seggio Maria Giovanna Mulas.

Il primo record per numero di consigliere è del ’94 – XI legislatura – con otto donne in Aula: Gabriella Busonera (Pds), Maria Francesca Cherchi (Pds), Amalia Schirru (Pds), Marina Concas (Rc), Ivana Dettori (Progressisti sardi), Claudia Lombardo (Fi), Maria Teresa Petrini (Patto Segni) e Noemi Sanna (An).

Nel ’99 si scese a quattro: rielette Lombardo, Dettori e Sanna e seggio nuovo per Mariella Pilo (Fi). Nel 2004, con il listino bloccato di Renato Soru, la rappresentanza femminile salì di nuovo a quota otto: Francesca Barracciu (Ds-Pd), Maria Grazia Caligaris (Sdi-Su), Giovanna Cerina (Progetto Sardegna), Mariuccia Cocco (Margherita), Angela Corrias (Ds-Pd), Paola Lanzi (Prc-Sinistra autonomista) e Simonetta Sanna (Margherita). Fuori dal listino del centrosinistra che vinse quelle elezioni, incassò nuovamente lo scranno l’azzurra Lombardo.

Con il listino la Sardegna andò alle urne pure nel 2009 e le consigliere furono ancora otto. Di cui cinque entrate grazie alla vittoria di Cappellacci: Simona De Francisci, Rosanna Floris, Gabriella Greco e Michelina Lunesu. Sempre col Pdl venne ripescata Alessandra Zedda (in seguito alle dimissioni di Giorgio La Spisa nominato assessore), mentre la Lombardo ottenne la rielezione per la quarta volta. Con Sel entrò in Aula Claudia Zuncheddu, ancora col Pd la Barracciu. Alle ultime regionali del 2014 hanno ottenuto un seggio in quattro: ancora la Zedda più le dem Rossella Pinna e Daniela Forma e la Cd Anna Maria Busia.

Dal ’49 solo Claudia Lombardo è diventata presidente del Consiglio e prima vice, come successe a Maria Rosa Cardia, Linetta Serri, Maria Francesca Cherchi. La Lombardo ha anche un altro record: finora è stata l’unica a ottenere l’incarico di questore dell’Aula.ù

Solo otto le donne che hanno ottenuto la presidenza di una commissione consiliare: Pierina Falchi allo Statuto (IV legislatura); Elodia Macis alla Sanità (V); Maria Rosa Cardia alla Pubblica istruzione (VII); Linetta Serri alle Riforme (IX); Maria Giovanna Mulas alla Sanità (X); Maria Teresa Petrini al Diritto allo studio (XI); Mariella Pilo all’Industria e alle Politiche comunitarie (XII); Noemi Sanna alla Sanità (XII). (al. car.) 

 

 

 

 

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