Pannella e il Partidu Radicale Sardu. Il ricordo di Maria Isabella Puggioni

“Ho incontrato per la prima volta Marco Pannella nel corso di una marcia antimilitarista che si svolse a metà degli anni Settanta in tutta la Sardegna, da Cagliari fino a La Maddalena, dove allora c’erano gli americani. Le forze dell’ordine erano schierate. Ricordo che noi eravamo seduti per terra, c’erano tanti attivisti radicali ma anche pacifisti. Io cantavo procurade e moderare”. All’improvviso iniziarono a manganellare per costringerci a spostarci. Ma Pannella si alzò e ci disse solo due parole: non reagite”.

Maria Isabella Puggioni, storica esponente sassarese dei Radicali è tra le persone che hanno conosciuto più da vicino Marco Pannella, scomparso oggi all’età di 86 anni. Ha deciso di raccontarci alcune delle tante lotte politiche compiute insieme, sempre a favore dei diritti civili. “Ho aderito al partito radicale quasi per caso – racconta -. Leggevo sempre le dichiarazioni di Pannella sui giornali. Un giorno sono andata a Roma e mi sono iscritta al partito. Pensavo finisse tutto lì. Invece pochi giorni dopo sono arrivati a casa i moduli per  un referendum. Non eravamo ancora molto organizzati a Sassari e devo ammettere che quella raccolta firme non fu certo un successo. Però poi con il passare del tempo riuscimmo ad organizzarci, con la diffusione di alcuni giornali in Piazza d’Italia e l’attività politica. Il fatto che fossi io, una signora, a fare politica suscitava tantissimi commenti tra i sassaresi che incontravo ai banchetti. Poi c’è stata la storica battaglia per l’aborto. Avevamo imparato da Emma Bonino a fare il metodo Karman. Lo facevamo direttamente noi, con il supporto di un medico, con l’aspirazione al posto del raschiamento per ridurre al minimo i pericoli per le donne che sceglievano questo metodo. A Sassari avevamo aperto un centro apposito. Facevamo riunioni settimanali, aperte a tutte le donne, per spiegare i metodi anticoncezionali”.

“La svolta nella mia vita – racconta Maria Isabella Puggioni – è arrivata con le elezioni regionali del 1979. Marco Pannella, Emma Bonino erano venuti nell’isola per aiutarci nella campagna elettorale insieme ad altri esponenti radicali molto noti. Lui si è speso in particolare, con una fitta serie di comizi in tutta l’isola sotto le insegne del “Partidu Radicale Sardu”. Il risultato è stato sorprendente: io e il mio amico Paolo Buzzanca, che ora vive in Sicilia, siamo stati eletti. Ma io non capivo come fosse successo, dopo appena tre settimane di campagna elettorale. Mentre stavamo festeggiando, arriva a mezzanotte la telefonata di Marco. Dovevamo scendere a Cagliari e voleva che ci fossi anche io, per fare una lunga diretta telefonica. Così abbiamo trascorso tutta la notte dello spoglio in diretta. In Consiglio regionale dal 1979 al 1984 abbiamo portato avanti la battaglia della lingua sarda nei tribunali e negli uffici. E poi abbiamo chiesto con forza che la Sardegna avesse un piano energetico. Pannella in persona aveva fatto preparare uno studio sulla possibilità di sviluppo della Sardegna basato su risparmio energetico ed energie rinnovabili. Intorno a metà legislatura a un certo punto siamo diventati determinanti per la maggioranza. La maggioranza ci chiese cosa volevamo in cambio e noi rispondemmo in maniera chiara: non vogliamo poltrone ma il piano energetico. Per arrivare a questo piano, però, bisognava bloccare la costruzione di nuovi centrali perché serviva prima una pianificazione. A quel punto il Pci si oppose e la giunta cadde. Il risultato è ancora oggi sotto gli occhi di tutti: la Sardegna non ha mai avuto quel piano energetico”.

“Abbiamo fatto tante battaglie in Aula – ricorda ancora l’ex consigliera – come quella contro la politica dei contributi a pioggia, che hanno rovinato la Sardegna dando l’illusione che si potesse andare avanti senza cambiare niente. Sono stata la prima consigliera regionale a parlare in sardo. Ricordo che il presidente dell’Aula, Corona, si era molto infastidito per quel gesto. Credo che abbiamo fatto diverse cose valide. Abbiamo portato una ventata di trasparenza, grazie a Radio Radicale che in Sardegna portava in diretta i lavori del Consiglio regionale. Pannella è sempre stato al nostro fianco, ogni tanto veniva qui da noi per le vacanze ma alla fine con lui si parlava sempre di politica”. E oggi, cosa significa fare politica? La risposta non si fa attendere. “Ancora oggi sono radicale. Soprattutto oggi, con questa classe politica molto scadente, mi sento orgogliosa per essere figlia di quelle battaglie. Posso solo continuare con il mio impegno. Come ho sempre fatto, grazie all’esempio di Marco”.

Michele Spanu

Twitter @MicheleSpanu84

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