Fondi ai gruppi, Murgioni in cella. Il pm: prove inquinate

Eugenio Murgioni avrebbe inquinato le prove con false ricevute e per questo è stato arrestato. Così è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare.

Eugenio Murgioni, l’ex consigliere regionale da ieri sera in cella per un presunto peculato di 43mila euro, è stato arrestato perché avrebbe tentato di inquinare le prove. Così emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Cristina Ornano su richiesta del pm Marco Cocco, titolare della doppia indagine sulle chiacchierate spese nell’aula di via Roma. La somma contestata a Murgioni è relativa alla XIII legislatura, quella che va dal 2004 al 2009, quando l’ex sindaco di Castiadas venne eletto per la prima volta con Fortza Paris. Poi il secondo mandato dal 2009 allo scorso febbraio, quindi il passaggio nel Pdl e infine l’approdo nei Fratelli d’Italia, partito col quale Murgioni ha tentato il terzo successo di fila, ma è rimasto fuori dal Consiglio.

murgioni
Eugenio Murgioni

Sono stati i carabinieri ad arrestare Murgioni – 60 anni, originario di Villaputzu – indagato dallo scorso 30 maggio con la penultima tranche di avvisi di garanzia che, ormai, si avvicina a quota novanta. Due settimane dopo, cioè a metà giugno, l’interrogatorio davanti al dal pubblico ministero; il 14 luglio, invece, la perquisizione della casa, a Castiadas, dove Murgioni è attualmente consigliere comunale.

Ma qualcosa sarebbe successa proprio dal momento in cui l’ex rappresentante della massima assemblea sarda è stato iscritto sul registro degli indagati: alla Procura di Cagliari risulta che per giustificare i 43mila euro contestati, Murgioni avrebbe convinto alcune persone a dichiarare di aver lavorato per lui, fino a rilasciare ricevute per prestazioni professionali inesistenti, quindi mai nemmeno realmente pagate, sempre secondo il pm.

Insomma, ci sarebbero false pezze giustificative dietro l’arresto dell’ex consigliere regionale. Di qui “ben più – ha scritto il gip – di un pericolo di inquinamento probatorio” che ha fatto scattate la misura cautelare in carcere, anche per evitare la reiterazione del reato. E, sempre stando alla ricostruzione della Procura, Murgioni avrebbe truccato le carte anche dopo la perquisizione di due settimane fa. Obiettivo: dimostrare di aver speso quei 43mila euro per fare attività politico-istituzionale, come imponeva il regolamento dell’Aula per i fondi ai gruppi.

Domani, per Murgioni – difeso dall‘avvocato Massimiliano Ravenna – ci sarà l’interrogatorio di garanzia in carcere. Di certo, contro il pericolo di reiterazione dell’inquinamento probatorio erano finiti in cella pure Mario Diana, Carlo Sanjust e Sisinnio Piras, i primi due arrestati lo scorso novembre insieme all’imprenditore cagliaritano Riccardo Cogoni, mentre Piras (che ha già patteggiato a un anno e otto mesi) venne trasferito a Buoncammino qualche giorno prima di Natale.

Tra gli incarichi ricoperti da Murgioni c’è quello di questore del Consiglio, nella passata legislatura, la XIV, dal 2009 al 2014. Lo scorso 16 febbraio, l’ex primo cittadino di Castiadas si era presentato alle urne per la terza volta, ma mancò di un soffio l’elezione. Murgioni tentò il ricorso al Tar che, però è stato respinto il 3 luglio scorso. Ieri, l’arresto e la prima notte passata in una cella del carcere cagliaritano.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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