Crisi in Regione, toto-assessori al via: ecco le ipotesi di rimpasto

Il toto-assessori in Regione riparte dalle caselle libere lasciate da Gianmario Demuro e da Elisabetta Falchi: ecco le ipotesi di rimpasto.

Il toto-assessori in Regione riparte dalle caselle libere lasciate da Gianmario Demuro e da Elisabetta Falchi, rispettivamente alle Riforme e all’Agricoltura. Mercoledì il presidente Francesco Pigliaru ha assunto l’interim delle due deleghe e si è subito dedicato alla partita del rimpasto incontrando in Consiglio regionale il capogruppo dei democratici, Pietro Cocco. È stato un faccia a faccia preparatorio al vertice di maggioranza fissato per lunedì alle 15, sempre nel palazzo di via Roma.

Dichiarazioni ufficiali non ce ne sono. A parte il solito “incontro sereno” di circostanza. Ma la tensione, nel centrosinistra, è altissima. Da qui alla prossima settimana va deciso intanto se sarà un rimpasto pesante o leggero. Nel primo caso potrebbero cambiare fino a sette assessori (includendo nel calcolo anche Demuro e Falchi), nel secondo caso non si andrebbe oltre i cinque (sempre includendo i due dimissionari).

Dalla eventuale cura ‘massiccia’, con una squadra di governo quasi completamente rinnovata, si salverebbero in cinque: Raffaele Paci (Programmazione), Luigi Arru (Sanità), Paolo Maninchedda (Lavori pubblici), Cristiano Erriu (Urbanistica) e Virginia Mura (Lavoro), almeno stando alle ipotesi in discussione nei partiti.

I primi due sono quote Pigliaru della Giunta; Maninchedda è entrato nell’Esecutivo col Partito dei Sardi, di cui è leader e fondatore; Erriu è l’uomo forte della corrente dem di Paolo Fadda; la Mura, altra Pd, viene considerata intoccabile dal senatore Ignazio Angioni che la scelse quasi tre anni fa come rappresentante dell’allora minoranza congressuale.

C’è poi l’incognita di Massimo Deiana, il titolare dei Trasporti. La sua posizione è complessa: il democratico dell’area Cabras era in pole per fare il presidente dell’Autorità portuale di Cagliari (l’unica che resterebbe in Sardegna), ma le dimissioni del premier Matteo Renzi hanno fatto slittare ogni decisione. Tuttavia se non si andrà a nuove elezioni politiche, le nomine andranno fatte a inizio anno dal nuovo Governo. Deiana deve decidere se rischiare o meno: non può andare via dalla Giunta tra due mesi, obbligando Pigliaru a un nuovo mini rimpasto dopo questo in corso che si dovrebbe chiudere prima di Natale.

Quanto a Donatella Spano, alla guida dell’Ambiente, mai prima d’ora la sua permanenza in Giunta è stata messa in discussione da Pigliaru. Ma se il governatore dovesse chiedere ai partiti di cambiare assessori, anche lui dovrà liberare almeno una casella. E tra Paci, Arru e la Spano, è quest’ultima a rischiare di più. Perché Paci è il braccio destro di Pigliaru, mentre mandare via Arru equivarrebbe in qualche modo a indebolire il valore della Asl unica, per la quale il titolare della Sanità si è speso parecchio.

L’uscita di scena di Claudia Firino dalla Pubblica istruzione e di Maria Grazia Piras dall’Industria viene invece data per certa nei rispettivi partiti: Sel e Upc. Per Francesco Morandi, assessore al Turismo del Centro Democratico, la questione è ancora diversa: essendo un tecnico, è destinato a finire fuori gioco se la maggioranza, così come si ipotizza, deciderà di far ruotare parte delle deleghe.

Sui nuovi ingressi circolano due nomi, noti da tempo ed entrambi in quota Pd: l’ex assessora di Cagliari, Barbara Argiolas e il commercialista di Olbia Pier Luigi Caria. L’una in quota Soru, l’altro in rappresentanza della corrente renziana. Con l’innesto di Caria, il Pd avrebbe in Giunta quattro caselle anziché le tre attuali, secondo un percorso facilitato dall’addio dei RossoMori.

Sulle deleghe non si sa ancora nulla: il tema sarà in discussione nel vertice di lunedì e rientrerà nel più ampio discorso del metodo da seguire. Si tratterà di esaminare in quali casi, e per quali ragioni, un assessore potrà restare nello stesso posto, mentre altri dovranno ruotare o direttamente concludere l’esperienza in Regione. Pigliaru ha una sua linea, ribadita anche a settembre, quando confermò agli alleati la necessità di un rimpasto: ogni cambio dovrà essere fatto su base programmatica e valutando gli obiettivi di legislatura sinora raggiunti. Solo dopo si discuterà di nomi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Crisi in Regione, Pigliaru ai RossoMori: “Irresponsabili, state all’opposizione”

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