L’AUTODENUNCIA. Fabbrica di bombe nel Sulcis, il pacifista: “Sabotaggio”

Ha scritto due lettere indirizzate al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta. Nero su bianco poche righe datate 25 novembre e firmate da Antonello Repetto, di Carloforte, non nuovo a simili iniziative. Il contenuto è chiaro, un’autodenuncia: annunciare possibili azioni “non violente di sabotaggio” ai danni della fabbrica di bombe di Domusnovas, nel Sulcis. Così scrive: “La mia coscienza di Cristiano mi impone di farlo!”. I carichi di componenti da assemblare, partiti via aereo e nave da scali civili sardi, sono stati fotografati e sono rimbalzati sulle cronache nazionali e internazionali. La destinazione delle bombe è infatti l’Arabia Saudita e le armi sono state usate contro lo Yemen, avrebbero colpito anche scuole e ospedali, e fatto vittime tra i civili.

Ecco quindi che Repetto cita la legge 185 del 1990, più volte citata in questi giorni da parlamentari e dagli analisti delle organizzazioni fabbrica bombe sabotaggioche monitorano il mercato delle armi. Secondo la norma l’Italia non potrebbe vendere ai Paesi in guerra, e quindi quelle partenze dovrebbero essere bloccate. Anche se il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha rassicurato sulla legittimità delle operazioni e dell’export.

LEGGI ANCHE:

In Yemen le bombe made in Sulcis

LE FOTO. Le bombe sarde d’esportazione: il carico da Elmas

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share