Addio a Clara Gallini, l’antropologa di Crema che studiò la magia sarda

Il sonnambulismo, la magia, i miracoli: aveva amato molto l’insolito e la Sardegna Clara Gallini, l’antropologa, tra le prime ad abbracciare questo ramo del sapere in Italia, scomparsa a Roma nell’ospedale dove era stata ricoverata per un malore. Era nata a Crema il 19 giugno del 1931.

La Gallini arriva in Sardegna a metà degli anni Sessanta, quando ottiene la libera docenza in Storia delle religioni ed entra in contatto con mondo accademico, con la Scuola antropologica di Cagliari guidata allora da Ernesto de Martino e Alberto Mario Cirese. Fu de Martino a volerla al suo fianco come assistente. L’allora giovane antropologa incontra donne, pastori e contadini: diversità ed eguaglianza dell’essere umano sono la bussola dei suoi approfondimenti. Tra i suoi collegi, Giulio Angioni, morto a inizio anno, Pietro Clemente, Enrica Delitala, Pier Giorgio Solinas e Placido Cherchi. Frutto di quegli anni d’intensa ricerca sul campo sono diverse monografie sul folklore sardo: I rituali dell’argia (ripubblicato nel 1988 con il titolo La ballerina variopinta), Il consumo del sacro, Dono e malocchio.

Nel 1995 la Gallini è tra i fondatori della sezione italiana dell’International Gramsci Society Italia. Nel 2006 viene insignita del Premio La Marmora per gli studi da lei condotti sulla cultura e la religiosità della Sardegna. Il premio, istituito nel 1977 dal Rotary Club di Cagliari, è assegnato a chi, non sardo, ha dato un contributo rilevante alla valorizzazione del patrimonio culturale dell’Isola. La Gallini si era laureata in Lettere classiche all’Università statale di Milano, nel 1954 con una tesi sul mito di Arianna.

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