San Ranieri porta i rossoblù su un altro pianeta: Parma fuori, ci si vede giovedì alla Domus

Con i piedi, con la testa e soprattutto con il cuore. Il Cagliari  elimina nella coda dei playoff anche il Parma (0-0), squadra oggettivamente più  forte, e vola alla finale  con il Bari. Il miracolo di san Claudio Ranieri si sta materializzando, anzi è già fatto. Comunque vada a finire. Dal  Tardini è giunta l’ulteriore conferma che quella plasmata dal tecnico di Testaccio è una squadra che fa della volontà, della coesione, della generosità, del sacrificio e dell’essere gruppo la sua vera forza. Senza queste qualità, individuate e amalgamate da un allenatore impareggiabile e sentimentalmente coinvolto, non sarebbe stato possibile superare il gap tecnico che i rossoblù pagano rispetto ad avversari come appunto il Parma.

Contro i parmigiani  diretti dal bravo Pecchia – che Capozucca aveva cercato di portare a Cagliari ma senza offrire la garanzia che Giulini gli avrebbe messo in mano una rosa capace di puntare direttamente alla serie A – la banda Ranieri è stata doppiamente eroica. Del sensazionale 3 a 2 di martedì scorso alla Unipol Domus  si è detto già tutto e quelle immagini rimarranno a lungo impresse in chi le ha vissute. Anche nello  0 a 0 di ieri nella partita decisiva di ritorno, i rossoblù sono stati superlativi. Sapevano di essere inferiori qualitativamente, ma hanno dato ascolto al loro maestro e pareggiato l’handicap di base gettando nella battaglia il cuore e la determinazione.

Al Tardini, Ranieri ha mandato in campo uno schieramento coperto ma affatto rinunciatario. Il 3–5-2 iniziale ha chiuso agli avversari gli spazi sulla fasce laterali, limitando le improvvise aperture susseguenti agli scambi veloci e precisi nella zona centrale del campo. È stato proprio il Cagliari a prevalere ai punti  nei primi 45 minuti: è vero che il Parma ha avuto maggior possesso palla, ma sono stati i cagliaritani ad essere più pericolosi e pungenti. Nel secondo tempo la pressione dei padroni di casa si è accentuata, determinata dalla qualità dei cambi che i due allenatori hanno avuto possibilità di fare. Nella panchina degli emiliani siedono giocatori dello stesso livello tecnico dei titolari, in quella del Cagliari no.

Il tecnico rossoblù è sempre bravo nell’equilibrare le forze dei suoi uomini in campo, facendo di necessità virtù. Così come nella partita dell’andata dopo i primi 45 minuti ha lasciato negli spogliatoi i deludenti Mancosu e Pavoletti, ridisegnando la squadra, anche al Tardini ha tolto dopo il primo tempo chi non stava rendendo secondo le aspettative e ha rimescolato le carte. Oltre a Dossena ammonito e sostituito dall’esperto Goldaniga, anche l’acerbo Kourfalidis è rimasto negli spogliatoi, lasciando  il posto a Di Pardo, andato a sistemarsi sulla fascia destra davanti a Zappa, con Nandez dirottato in mezzo al campo. Sono passati  10 minuti e Ranieri ha nuovamente mischiato le carte. Fuori Zappa e dentro Altare, con il ritorno a un più arcigno 5-3-2. Le cose si sono messe male quando Lapadula è dovuto uscire perché stremato e zoppicante, sostituito da Prelec, un altro che per questi livelli non è ancora pronto. Il peso dell’attacco è rimasto sulle spalle di Luvumbo, bravo anche ieri a far vedere i sorci verdi agli avversari. Per poco, già nella fase di recupero, ha avuto anche un’occasione d’oro per chiudere i conti in anticipo, ma gli sono mancate le forze nella stoccata finale dopo  una grande azione fra Azzi e lui.

Il fortino dei rossoblù ha resistito anche nei lunghissimi sette minuti di recupero, poi la festa per la conquista della finale dei playoff. Tutti i giocatori sotto lo spicchio della curva  occupato da 2.000 tifosi (tanti altri erano sparsi negli altri settori) per abbracciare idealmente l’intero popolo rossoblù che ha trepidato a distanza  davanti agli schermi televisivi. Giovedì alla Unipol Domus l’abbraccio sarà reale, ci si gioca i primi 90 dei 180 minuti che possono riaprire le porte della serie A. “Risorgeremo, l’ha detto Claudio Ranieri , risorgeremo”,  cantano i tifosi.  C’è solo il rammarico che se Giulini lo avesse portato a Cagliari tre mesi prima di gennaio, quando già era evidente il flop della guida Liverani, forse a quest’ora i rossoblù sarebbero  già in vacanza perché promossi in A senza il supplizio dei playoff.

Luciano Onnis

Parma (4-2-3-1): Chichizola; Delprato (74 Cobbaut), Circati (52 Circati), Osorio, Coulibaly; Bernabè (67 Camara), Estevez; Man (Mihaila);  Benedyczak, Sohm (Bonn 74), Vasquez. (All: Pecchia).

Cagliari (4-4-2): Radunovic; Zappa (58 Altare) , Dossena (47 Goldaniga); Obert, Azzi;  Nandez (82 Viola), Makoumbou; Deiola, Kourfalidis (47 Di Pardo); Luvumbo; Lapadula (73 Prelec). (All: Ranieri)

Arbitro: Orsato

[Foto dal Cagliari calcio]

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