Fra le due nobili decadute dalla serie A, ha vinto nessuno. Fra Cagliari e Genoa è stato un misero 0-0, risultato fedele di quanto si è visto in campo. A conti fatti, però, ha perso il Cagliari. Il perché è presto detto. Ai rossoblù di Ranieri servivano i tre punti per avvicinare a meno 6 gli avversari e nutrire ancora un filo di speranza di agganciare il secondo posto utile per una promozione diretta (il Frosinone è ormai andato), ma non ci sono riusciti. Al contrario, ai grifoni genovesi andava benissimo un pareggio e lo hanno ottenuto senza dannarsi l’anima più di tanto considerato che i padroni di casa non hanno fatto un solo tiro in porta in tutto l’arco della gara, confermando l’idiosincrasia al gol. Le uniche occasioni le hanno avute al contrario proprio i genoani e c’è mancato poco che si portassero via il bottino pieno.
L’occasione per il Cagliari era piuttosto ghiotta: il Genoa è sceso in campo alla Unipol Domus con una formazione largamente rimaneggiata, senza pedine fondamentali come Coda, Aramu, Strootman e altri tre titolari, tutti in infermeria. Ma la squadra di casa non è riuscita ad approfittarne, confermando tutti i suoi limiti, ormai ben noti. I Ranieri Boys ce l’hanno messa tutta, non si può certo dire che abbiano lesinato cuore e buona volontà. La dedizione non basta per superare le carenze congenite dell’organico e i limiti individuali. Il Cagliari non è attrezzato per i vertici di classifica e anche un grande allenatore non ha doti occulte per trasformare Zappa in Maicon, Barreca in Roberto Carlos, Makoumbou in Moric, Kourfalidis in Barella, Mancosu in Messi, Luvumbo in Mbappè, Lapadula in Lautaro e Pavoletti in Haaland, giusto per citarne qualcuno.
Forse è meglio che i tifosi se ne facciano una ragione e accettino l’obiettivo ormai unico: i playoff. Ranieri ha ribadito nel post partita che finchè non lo dirà la matematica, il secondo posto rimane il primo obiettivo. Difficile, difficilissimo, ma la sua squadra dovrà provarci fino in fondo a tornare in serie A, perlomeno ai playoff. Ma anche in seconda istanza così non sarà facile. Troppe squadre, lassù, sembrano superiori a questo Cagliari. È però vietato arrendersi. La speranza è che con il recupero dei titolari infortunati si possa far meglio di adesso e che giunga una metamorfosi più o meno radicale. Le partite di questo campionato ancora da disputare dovranno essere propedeutiche per quello prossimo. Ci sarà comunque da costruire ex novo una squadra che almeno al secondo tentativo centri l’obiettivo del ritorno in serie A. Ranieri è stato chiamato per fare questo e questa è la sua missione. La fiducia in lui è totale, forse un po’ meno nella società che sembra non azzeccarne una, ultimo allenatore a parte. Sabato il Cagliari giocherà a Brescia contro la squadra di Massimo Cellino, terzultima in classifica. Dallo scorso settembre i rossoblù non vincono in trasferta, l’occasione è ghiotta, ma si incrocino le dita. Cellino non si risparmierà nel lancio di lacrime iettatorie verso il suo ex Cagliari, bisognerà far si che per lui siano lacrime amare.
Luciano Onnis
Cagliari (3-4-1-2): Radunovic; Altare, Goldaniga (67 Nandez), Dossena; Zappa, Rog (14 Kourfalidis), Makounkou, Barreca (72 Azzi); Mancosu (72 Pavoletti); Luvumbo, Lapadula. (All: Ranieri)
Genoa (3-4-2-1):Martinez; Sabelli, Criscito, Dragusin, Gudmundsson (77 Dragus), Bani (47 Sturaro), Vogliacco, Jagiello (57 Haps), Frendrup, Badelj, Puscas (81 Salcedo). (All:Gilardino)
Arbitro: Valeri
