Cestisti speciali sul tetto del mondo. Davide: “Un trionfo, ora le Olimpiadi”

“Il mio sogno dopo la vittoria ai Mondiali? Le Olimpiadi: se devo sognare, lo faccio in grande”. Il 23enne Davide Paulis è appena diventato campione del mondo di pallacanestro ma guarda già oltre, mentre accarezza la sua medaglia d’oro. “Quando sono partito in Portogallo non sapevo cosa aspettarmi – racconta il giovane sportivo quartese -, è stata un’esperienza indimenticabile. Faticosa, ma indimenticabile”. Sei voli in pochi giorni tra Cagliari, Roma, Lisbona e Porto per raggiungere Guimarães, nel nord del Portogallo, dove gli azzurri hanno conquistato il secondo titolo mondiale consecutivo. Si chiama nazionale italiana di basket C21, la sigla richiama il ‘cromosoma 21’ e significa che quei campioni hanno la sindrome di down.

“Alcuni compagni avevano già vinto l’anno scorso e avevano le idee chiare, mentre per me era la prima partecipazione e non sapevo cosa aspettarmi – ricorda Davide – però ero molto fiducioso e mi aspettavo di poter vincere, lo ammetto”. Il suo non era semplice ottimismo, ma consapevolezza dei propri mezzi: quella finale l’ha vinta da solo, realizzando 28 dei 36 punti con cui gli azzurri hanno battuto i padroni di casa. “Quello non è importante, ha vinto la squadra, ha vinto il gruppo – commenta con una lezione di fair play – il basket è uno sport di squadra e si vince tutti insieme“.

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Davide ha iniziato a giocare a pallacanestro a 9 anni, ma con la Millesport onlus di Cagliari pratica diverse discipline: “Faccio anche nuoto, bowling, calcetto e pallavolo. ma, soprattutto, basket”, spiega con orgoglio. In Portogallo lo ha portato il vice allenatore dell’Italbasket C21 Mauro Dessì assieme al cestista oristanese Antonello Spiga. “Conoscevo solo loro, ma mi sono trovato benissimo con la nostra delegazione, gli organizzatori e i giocatori delle altre nazionali – aggiunge – è stata un’esperienza bellissima”. Tornato nell’Isola, Davide racconta i suoi successi nel salotto della sua casa di Quartu davanti ai genitori e, soprattutto, davanti allo sguardo emozionato del fratellino di 13 anni. Li unisce non solo il rapporto di sangue, ma anche la grande passione per la palla a spicchi. Giocano assieme nella terrazza e nel cortile di casa, ma il fratello maggiore ha uno sguardo speciale per il piccolo. “Mi piace andare ai suoi allenamenti, è bravo con i tiri da tre – commenta, mettendo in risalto la sua passione per i tiri dalla distanza -. Mi piacerebbe diventare allenatore perché mi piace seguire i ragazzini che giocano a basket”.

Segue poco il calcio, nonostante i successi del Cagliari: il suo cuore batte per la Dinamo Sassari. E spera che le luci della ribalta conquistate con la vittoria iridata possano portare a compimento una grande incompiuta. “Una volta c’era un quadrangolare e ho potuto vedere da vicino la Dinamo, uscendo dal campo ho chiesto la maglia a Marco Spissu, ma mi ha risposto che non poteva e dovevano chiedere al presidente – ricorda con piacere -. Aveva ragione perché eravamo in troppi, lo capisco benissimo. Ma magari, ora…”. Adesso, però, si sono ribaltati i ruoli: Davide è un campione del mondo. Il piccolo quartese può guardare dall’alto il gigante sassarese. “Ne approfitto per mandargli il mio messaggio perché vorrei incontrarlo e sogno di ricevere finalmente la sua maglietta – conclude Davide Paulis -, ma vorrei anche giocare un po’ con lui, magari per fare insieme i miei amati tiri da tre”.

Marcello Zasso

Il videomessaggio di Davide al suo giocatore preferito, Marco Spissu della Dinamo Sassari:
https://www.facebook.com/SardiniaPost/videos/2447215075546050/
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