Cagliari, timidi segnali di reazione ma non basta. Battuto 2-0 dalla Juve

Ancora sconfitto, ma  stavolta non umiliato.  Il Cagliari salva perlomeno la faccia, ma peggiora ulteriormente la sua posizione in classifica perché adesso è solo al penultimo posto, con il Genoa che strappa un preziosissimo punto nello scontro a Marassi con la forte Atalanta e si sgancia dai sardi. Il girone d’andata è finito, peggio di così non poteva andare per la squadra di Giulini.

La salvezza a questo punto è un miraggio, solo la matematica non condanna la banda Mazzarri. La speranza rimane agganciata a un mercato di riparazione che dovrebbe essere sensazionale, ma che difficilmente lo sarà. La squadra, per ambire e sognare il miracolo, deve essere smantellata e rifatta per almeno  sei undicesimi. È in grado la società rossoblù di farlo? Dove li trova gli uomini che possano invertire la rotta?  E quanti sono disposti a venire in una squadra che ha più di un piede nella fossa della serie B?

Salvarsi è diventata un’utopia, al mercato la società va con i soldi contati e affari non sarà in grado di farne. Si pagano gli errori inenarrabili compiuti negli ultimi tre anni dal presidente Giulini e dal suo staff. Dai giocatori agli allenatori. Calciatori  ormai solo figurine hanno svuotato le casse di via Mameli con ingaggi sontuosi, i giovani su cui investire si sono rivelati generalmente un flop: fanno eccezione in due, Vicario (già ceduto con diritto di riscatto da parte dell’Empoli) e  Bellanova da riscattare, di altri non se ne vedono.  

Il progetto “Cagliari in Europa” è fallito miseramente, ricostruire sulle macerie non sarà facile.  Ma siccome è Natale,  si speri nel regalo più bello da trovare sotto l’albero. Giulini, brava persona e generosissimo presidente, ha molto da farsi perdonare. Si vesta da Babbo Natale e  con Capozucca travestito da befana, faccia il dono più bello ai tifosi cagliaritani: una squadra degna della maglia che indossa, quella appartenuta a un certo Gigi Riva e a tanti altri campioni che l’hanno onorata in tutti gli stadi d’Italia e qualcuno anche in Europa. 

In sintesi la partita  con la Juventus è stata, come si prevedeva, è stata a senso unico. I rossoblù sono andati a fine primo tempo negli spogliatoi in svantaggio per 0 a 1, ma con dignità.  E già questa è una notizia.  Secondo tempo decisamente meglio per Joao Pedro e compagni.  La Juventus non è  stata più padrona assoluta del campo, il Cagliari operaio ha dato  segnali di vita. Il pullman di Mazzarri è sì rimasto parcheggiato davanti al passo carraio di Cragno, ma i bianconeri ci sono andati a cozzare sistematicamente. 

Al 60esimo, incredibile ma vero, i rossoblu hanno  creato un’occasionissima, prima e unica fino ad allora, con Dalbert che su rovesciamento di fronte ha calciato  fuori  con la porta avversaria spalancata. Al 68esimo il gol lo ha  sfiorato anche Joao Pedro di testa, ma  Szczesny ha fatto il miracolo. Peccato, da mordersi le mani,  e non solo. Poi una bestialità di Zappa che ha regalato  il pallone  agli avversari, innescando una ripartenza che consente a Bernardeschi di fare il 2 a 0. Partita chiusa, altra sconfitta. Non sarà un Natale felice per i tifosi cagliaritani, come del resto gli anni passati. Il panettone non sarà molto dolce, mai una gioia con questa squadra,  a dir poco imbarazzante.

JUVENTUS (4-3-3)): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Light, Alex Sandro; Bentancur, Arthur (83 Locatelli), Rabiot (46 McKennie); Bernardeschi , Morata (89 Kaio Jorge, Kean (71 Kulusevski). (All: Allegri)

CAGLIARI (4-4-2): Cragno; Zappa, Ceppitelli, Carboni, Lykogiannis; Bellanova, Grassi, Deiola (71 Oliva), Dalbert (84 Keita); Pereiro (65 Pavoletti), Joao Pedro. (All: Marrazzi)

Arbitro: Dionisi

Reti: 40 Kean; 83 Brnardeschi; 

L.On

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