Soru ci ripensa? Alta tensione nel Pd sardo

Ma Renato Soru alla fine cosa fa, non è che ci ripensa e si candida? La voce ha cominciato a correre con insistenza ieri sera nel mondo politico sardo. Tanto che l’Unione sarda – che pure appena ieri ha pubblicato un’intervista nella quale il patron di Tiscali confermava la sua volontà di tenersi fuori dalle primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alla guida dell’Isola – oggi la rilancia nella sua cronaca politica.

Qualunque sia l’effettiva consistenza dell’ipotesi, la voce sul ritorno di Soru chiarisce bene il livello di tensione del confronto tra le forze della coalizione. Tensione destinata a crescere nei prossimi giorni, fino all’8 agosto, data entro la quale dovranno essere ufficializzate le candidature.

Di certo le rinuncia contemporanea di Soru e del segretario regionale Silvio Lai avevano lo scopo di creare un clima di pacificazione: il passo indietro di due big per azzerare i giochi e giungere a una candidatura condivisa. Ma quale? Perché, quanto al Pd, i nomi che circolano sono gli stessi degli ultimi mesi, quelli del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e dell’eurodeputato Francesca Barracciu. Ai quali va aggiunto Roberto Deriu, il presidente della provincia di Nuoro che da mesi ha avviato una sua corsa solitaria (e che continua a non rispondere alle domande che gli sono state rivolte dalla redazione e dei lettori di Sardinia Post).

Quanto agli esterni, continua a circolare il nome del segretario nazionale della Federazione della stampa Franco Siddi, una figura che piace anche ad altre forze della coalizione e che ha nel suo identikit alcuna caratteristiche (profilo nazionale, cattolico, buon conoscitore della Sardegna, abile mediatore politico) che corrispondono a quelle dell’esterno che, come spesso è accaduto nel passato, può mettere d’accordo le varie correnti. Ma Soru – che con la rinuncia ha accresciuto il suo peso politico nell’indicazione del futuro leader – avrebbe in serbo una carta del tutto nuova. Si fa il nome di Giovanni Razzu, 38 anni, di Sorso, liceo scientifico a Sassari, laurea alla Bocconi, master alla London School of Economics e consulente economico del governo inglese.

Ad aumentare la confusione il problema dell’allargamento dell’alleanza alle altre forze che premono davanti alla porta del centrosinistra isolano. Il neonato Partito dei sardi è molto determinato e insistente. E Franciscu Sedda ha fatto sapere che non saranno accettati veti sul nome di Paolo Maninchedda. Il quale, espulso dal Psd’Az, ha in qualche modo ‘regolarizzato’ la sua posizione presente. Ma resta il suo passato di sostenitore della giunta Cappellacci che, secondo molti (parte del Pd, i Rossomori, Sel) rende del tutto impossibile una sua candidatura alle primarie. La questione sarà definita lunedì prossimo nell’ennesima riunione della coalizione.

N.B.

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