Si avvia alla conclusione il festival jazz di Cala Gonone: domenica appuntamento alle Grotte del Bue Marino

Si avvia alla conclusione il festival jazz di Cala Gonone. Il 3 agosto le Grotte del Bue Marino ospiteranno i nuoresi Aero 5th, all’Acquario l’anticonvenzionale Band KoineJazz, a teatro il quartetto di Enzo Favata.

La breve crociera verso le Grotte del Bue Marino ha cullato curiosi avventori del Cala Gonone Jazz Festival in un viaggio per assistere al concerto del duo Interiors.
La coppia, composta da Valerio Corzani e Erica Scherl, ha proposto diverse chiavi interpretative della musica illustrando prima di ogni pezzo, le peculiarità di ogni brano spesso accompagnato dallo storytelling di Corzani .
Prendendo spunto dalle radici popolari presenti in tutto il mondo (Romagna compresa) il duo ha creato uno strumento con la funzione di un basso che prevede l’uso di un’unica corda sostituita egregiamente da una “gloriosa cima da barca”, una vecchia tinozza come cassa e un bastone ricurvo per tenderla.
I veri protagonisti di questa inusuale performance non sono solo gli strumenti a corda; l’ausilio del digitale, sostenuto dal violino elettrico della Scherl -stridente, armonico, melodioso e amabile- ha consentito a centinaia di culture, ritmi e suoni di convogliarsi nei medium elettronici ed esplodere in una creazione artistica capace di trasportare l’ascoltatore attraverso le atmosfere cupe e magiche delle foreste orientali; nelle misteriose profondità marine o in distorti e inquietanti scenari fantascientifici.

La sera all’Acquario il trio di Zappareddu ha risvegliato l’animo dei nostalgici offrendosi come devoti al fusion jazz per puristi e al rock dal gusto vintage. Marcello Zappareddu, Alfideo Farina e Alessandro Canu hanno l’ambizione e le ispirazione giuste per proseguire questo cammino affermandosi in questo campo, i tre hanno eseguito alcuni brani originali e altri dei numero uno del jazz tra cui Pat Metheny, Miles Davis e un brano di Bruno Martino dedicato al compianto Isio Saba, pioniere del jazz in Sardegna e in Italia. Alla fine del concerto, lo spazio si è prestato alla degustazione di vini e formaggi di Dorgali.

Al teatro di Cala Gonone un elemento inatteso ha segnato il maniera indelebile il cuore del pubblico durante il concerto della sera del 1 agosto, Leszek Mozdzer ha calcato nuovamente il palco del festival unendosi al duo di chitarristi Stochelo Rosenberg e Battista Giordano. Ritrovatisi sulla stessa scena, un’incredibile sintonia ha trascinato gli artisti in composizioni sorprendenti infondendo nel pubblico lo spirito puro del musicista in un’improvvisazione che segna l’adattabilità dell’artista fuori dagli schemi, dediti alla spasmodica ricerca di commistioni fresche e imprevedibili.
La serata ha concesso al pianista polacco di esibirsi anche in assolo utilizzando al meglio tutte le potenzialità del suo strumento in un momento di assoluta esplorazione dello stesso. Rosenberg e Giordano hanno poi proseguito con alcuni pezzi composti a quattro mani, già presentati in occasione del festival AnimaneraMediterranea, integrando diversi brani di precedenti esperienze artistiche e una singolare reinterpretazione della musica tradizionale sarda.

Domenica 3 agosto, ultima giornata della rassegna, si cerca nuovamente riparo dal sole, dalla caotica routine e all’inseguimento di ottima musica, nelle splendide grotte.
In questo matinée, il gruppo nuorese Aero 5th si presenterà al pubblico del Cala Gonone Jazz Festival dopo essersi distinti in occasione della manifestazione AnimaneraMediterranea come parte della Big Band CGJ project diretta dallo stesso Gianpaolo Selloni.

All’avviarsi dell’incombente chiusura ci consoliamo con la degustazione guidata e il concerto del KoineJazz Trio, anticonvenzionale band che trova la sua completezza nell’ampia concezione di ciò che definisce il loro nome, koinè. Il linguaggio comune dell’antica Grecia, diviene l’unità musicale di espressività creative, rivisitazioni e stravolgimenti, ispirazioni e prestiti da culture e radici estranee. Il loro apporto al gruppo è equamente suddiviso poiché il loro amore per la musica porta a comprendere l’importanza della compartecipazione, evitando il predominio e trascinando nello sviluppo dei brani anche l’opinione degli ascoltatori volta a rendere dinamica ed estemporanea ogni composizione.

Salutiamo quest’edizione 2014 con il concerto di un grande e atteso ospite internazionale, il sassofonista algherese Enzo Favata affiancato da Danilo Gallo al basso, Ut Gandhi alle percussioni e al piano Enrico Zanisi -una rivelazione tra i giovani del panorama jazz italiano- recente incontro per la registrazione dell’emozionante Inner Roads uno sguardo alle radici del sud Italia, del nostro mare, del sud del mondo, produzione in cui gli artisti uniscono musica acustica ed elettronica, il jazz contemporaneo, la milonga e il tango in una smaniosa esplorazione melodica per riscoprire (e condividere) ognuno le proprie strade interiori.
“Il nostro è un quartetto relativamente giovane, in realtà siamo in tour da quasi un anno e questo di “Inner Roads” è un progetto che mi coinvolge molto. Con il quartetto ci siamo esibiti a Edimburgo dove abbiamo ottenuto un grande successo e, in virtù di questo, siamo stati nuovamente invitati in autunno. Subito dopo ci sposteremo nel resto d’Europa: Germania, Romania e nello Zimbabwe dove amano molto questo genere. Subito dopo inizieremo una tournée in Brasile” spiega Favata “l’organico vede due elementi storici delle mie formazioni, U.T. Ghandi e Danilo Gallo hanno intrapreso altri progetti con me, la vera novità è la presenza di Enrico Zanisi che ho scoperto diciasettenne al Jazz Expo di Cagliari. Ho percepito il potenziale di questo ragazzo e il suo modo di esprimersi è molto simile al mio; molta sintesi, grande poesia e musicalità. Tra noi quattro si è creata una grande energia e la condivisione dell’idea che la musica non è fatta di superficiali tecnicismi, di educazioni lineari condotte dai righi dello spartito. Il pubblico deve aspettarsi una grande apertura melodica al mondo, un rinnovamento continuo e inarrestabile di quanto già ascoltato e composto in precedenza. Inner Roads contiene dei pezzi che ho scritto alcuni anni fa, ma ognuno ha dato il suo contributo in maniera molto personale ed è stato accolto in maniera entusiastica perché se manca il feeling non rimane più nulla”.

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