La “Pazza Idea” di Fusini e Cavalli: quando la letteratura si fa meraviglia

Vestirsi a festa, la sera, per andare ad ascoltare i poeti”. Così raccontava questa estate Mariangela Gualtieri, nella penombra assolata di Seneghe, godendo delle strade attraversate da anime festose richiamate dall’incanto del Cabudanne de sos poetas. Un’emozione identica, provata sabato sera, nella luce morbida del Ghetto nel quartiere di Castello, dove per la quarta volta l’estro di Mattea Lissia ha messo in scena Pazza Idea, un festival che ha il sapore dell’incontro e dello scambio, e che a partire dal libro e dalla letteratura intercetta le complessità del mondo contemporaneo.

Ad incontrare il pubblico, in un calendario fitto fitto di appuntamenti, anche due autrici di grande originalità e spessore come Nadia Fusini e Patrizia Cavalli, saggista e narratrice la prima, poetessa e traduttrice la seconda. Amiche sul lavoro e nella vita, Fusini e Cavalli hanno regalato al pubblico una lunga serata di sguardi e rimandi letterari incentrati sui temi dei capolavori shakesperiani. “Da anni vivo nella Tempesta di Shakespeare -ha confessato Fusini- la leggo e la rileggo. Passa il tempo e io sono qui, immersa in quel che significano la tempesta e il mare e il naufragio. Osservo come il fatto stesso di esistere ci esponga alla tempesta, come ci sia un che di tempestoso nella vita di tutti: stormy is our life”.

E Vivere nella tempesta è il titolo dell’ultimo libro (edito da Einaudi) di questa donna che ha fatto della parola il senso della sua vita: “Penso che la parola e la lettura nascondano una ricerca continua di senso, non leggo mai per distrarmi o per non pensare, al contrario: la lettura è come un esercizio, una forma di attenzione e concentrazione che ci mette a confronto con un pensiero che non smette mai di interrogarci, che ci mette in gioco, un’esperienza autentica di verità”. E’ così che vivere nella tempesta può diventare una perdita di orpelli, un naufragio salvifico per viaggiare nelle profondità di noi stessi. Concedendoci, inaspettatamente, una nuova via. “Perdersi per poi ritrovarsi, ricentrarsi, ristabilirsi. Ascoltare e prendere coscienza delle grandi e piccole tempeste della vita quotidiana e, alla fine, riconoscere della vita, il dono e la meraviglia”.

Donatella Percivale

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