Da Pigliaru a Gonario Pinna, quando la giustizia sarda si fa teatro

Significante si apre con Il Codice della Vendetta Barbaricina di Antonio Pigliaru. La narrazione di Gianluca Medas con Andrea Congia alla chitarra classica e la partecipazione di  Enzo Favata ai sax e live electronics, racconta un mondo fatto di regole antecedenti alle regole, un mondo dove gli uomini e le relazioni creano la rete delle norme, un mondo in cui la Persona precede qualunque Codice.

Pigliaru riformula un vero e proprio Codice della Vendetta in cui  le norme di comportamento della società pastorale barbaricina, i suoi imperativi, vengono tradotti in linguaggio giuridico. La nuova produzione dei Figlid’Arte Medas è di scena a Elini il 4 aprile, Sorgono il 5, Guasila il 6 e il 7 Cagliari. Dall’11 al 14 aprile è di scena Tessiduras de Paghe di Elisa Nivola e Maria Erminia Satta, tratto dalla raccolta di saggi curata dalle due donne accomunate dal forte impegno civile. La Sardegna si riscopre maestra di pace rievocando i suoi antichi riti di conciliazione che da sempre convivono con la più nota giustizia vendicativa. Comportamenti e consuetudini di pacificazione che cercano di soddisfare i bisogni fondamentali dell’Umanità. Tessiduras de Paghe, produzione del Theandric Teatro Nonviolento con l’Associazione Figli d’Arte Medas, prende forma nella lettura dei brani e nelle azioni sceniche di Maria Virginia Siriu, nei versi di Paola Alcioni, nel canto del Tenore Murales di Orgosolo e nelle armonie di Andrea Congia. Tessiduras de Paghe esordisce a Guasila e prosegue a Santadi, Aggius e Cagliari.

Dal 9 all’11 maggio la prima dello spettacolo Il Pastore Sardo e la Giustizia di Gonario Pinna, coproduzione Cricot Teatro e Figli d’Arte Medas che debutta a Guasila, Cagliari e Siddi. L’impegno di un’intera vita del penalista nuorese Gonario Pinna, intellettuale, politico e acuto studioso dei problemi sociali dell’Isola, diviene eredità del Popolo Sardo. Dalla sua la visione del mondo, della giustizia per la società agropastorale del sistema normativo, punitivo e di prevenzione, la voce recitante di Carlo Porru sulle note di Andrea Congia e Mauro Spiga, i canti della formazione corale Populos Tenore Nugoresu e gli interventi di Chiara Vigo, Barbara Simona Bosa, Andrea Porcu, Stefania Deiana, Camilla Scameroni, Silvia Piludu e Federica Orrù rendono una drammaturgia- concerto, un vortice di melodie, armonie e danze.

La forza e la sconcertante attualità del Codice Medievale promulgato da Eleonora d’Arborea alla fine del XIV Secolo, che disciplina interi settori dell’ordinamento giuridico dello Stato Sardo Indipendente dell’Arborea, è portata il scena dal Teatro del Segno nel duo di voci recitanti Stefano Ledda e Ambra Pintore, con Andrea Congia alla chitarra classica. Lo spettacolo Carta de Logu di Eleonora d’Arborea sarà il 18 maggio a Guasila e il 19 a Cagliari. Sul palco, l’eco della Carta de Logu riattualizza le parole d’allora: quelle potenti delle donne che hanno “scritto” il destino dell’Isola, e quelle delle figlie, mogli e madri che hanno “scritto” il destino delle loro famiglie, e che, in quel Codice, hanno “sentito” affermato il loro Diritto. Con la Carta de Logu la Giudicessa riordinò gli usi e gli istituti giuridici locali e perfezionò l’opera del Giudice Mariano IV, suo padre, promulgatore di un Codice rurale e di un Codice civile e penale, ribadendo così l’autonomia del Regno Sardo.

 

La chiusura di Significante 2013 è affidata allo spettacolo L’Anarchico Schirru di Giuseppe Fiori. Un evento unico, con partecipazione straordinaria dei Kenze Neke, riunitisi appositamente in memoria dell’anarchico sardo Michele Schirru, fucilato nel 1931 da un plotone di fascisti sardi perché intenzionato ad uccidere Mussolini. Lo spettacolo dei Figli d’arte Medas (al Teatro Massimo di Cagliari, Venerdì 31 Maggio) è la storia di una persona, di un popolo, di una comunità. La dimostrazione che i totalitarismi deformano la verità. Nella narrazione di Gianluca Medas, micro-storia e macro-storia si fondono in un affresco letterario novecentesco puntuale, denso e ritmato, trasfigurato in uno spettacolo-evento con la chitarra di Andrea Congia e l’etno rock dei Kenze Neke, per compiere una riflessione rock sulla libertà. Memoria e cronaca si fanno pulsante canto, graffiante battito, irriverente stridere di voci del passato, del presente e del futuro.

 

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