In aumento gli sbarchi diretti dei migranti: 295 arrivi nel 2016

Arrivano soprattutto dall’Algeria i migranti che scelgono di salire su piccole imbarcazioni di legno per attraversare il Mediterraneo e raggiungere direttamente la Sardegna. Nei primi sette mesi del 2016 gli sbarchi diretti dei migranti nelle coste isolane hanno superato già la cifra dell’anno precedente: al 31 luglio di quest’anno si sono registrati 295 arrivi (tra cui c’erano anche 29 minorenni), contro i 291 di tutto il 2015 e i 159 del 2013.

Non c’è dubbio che la rotta Algeria-Sardegna, inaugurata nell’agosto 2006 con il primo sbarco avvenuto nella spiaggia di Santa Margherita di Pula (qui la storia della barca di quel viaggio, oggi diventata simbolo della memoria dei migranti grazie a una iniziativa a San Sperate) sia sempre più battuta, e questo nonostante il governo algerino preveda il reato di emigrazione clandestina.

Il primo arrivo di quest’anno si data al 24 gennaio, quando due barchini portarono nelle coste sulcitane 19 algerini; tra loro anche una donna e due minori. Da allora ci sono stati altri nove sbarchi, concentrati soprattutto nelle ultime settimane con le favorevoli condizioni del mare. Alcuni hanno rischiato di finire in tragedia: il 1 giugno 22 ragazzi sono stati abbandonati in mare dagli scafisti, a largo della costa di Sant’Antioco, e hanno dovuto raggiungere la spiaggia a nuoto. Non sono stati fortunati invece i due migranti che hanno trovato la morte pochi giorni dopo nella zona di Capo Teulada.

Gli stranieri che viaggiano dalle coste settentrionali del Nord Africa, distanti circa duecento chilometri dalla Sardegna, vengono portati nel Centro di primo soccorso e accoglienza temporaneamente allestito all’Hotel 4 Mori, a Cagliari.

Da qui la maggior parte di loro presenterà una richiesta di protezione internazionale che sarà esaminata dalla apposita Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Cagliari presieduta da Pietro Pintori. Nel complesso, secondo i dati forniti dall’ultimo Tavolo di coordinamento regionale dei flussi migratori non programmati che si è tenuto a Cagliari il 2 agosto scorso, neanche il 30% delle domande dei migranti in Sardegna (arrivati direttamente o portati qui nell’ambito dell’operazione Frontex) viene accolto; quelli che si vedono rigettata la richiesta di riconoscimento di status di rifugiato, o una protezione sussidiaria o umanitaria di solito fanno ricorso, ma solo 2 ricorsi su 10 sono accolti. Tutti gli altri saranno costretti a tornare a casa, nei paesi da cui sono in fuga.

Francesca Mulas

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