Vertenza Sardegna, nasce il tavolo permanente Giunta-parlamentari

Si è concluso così il primo vertice convocato da Francesco Pigliaru con i deputati e i senatori sardi. Presto gli Stati generali del centrosinistra.

Sulla Vertenza Sardegna nasce il tavolo permanente Giunta-parlamentari. Si è chiuso così il vertice convocato questa mattina da Francesco Pigliaru con i deputati e i senatori del centrosinistra, primo faccia a faccia ufficiale dall’inizio della legislatura.

In viale Trento, sede della presidenza regionale, i lavori sono cominciati in orario, alle 11,30 come da convocazione. Ed è stato proprio il governatore a intervenire per primo con una relazione complessiva sulla Vertenza Sardegna. Ovvero, i fronti delle rivendicazioni aperti dalla Giunta con lo Stato, ma anche le emergenze irrisolte in sessantasei anni ai autonomismo, dall’energia ai trasporti passando per le servitù militari e la partita finanziaria.

Unico assente, Gian Piero Scanu, deputato Pd. Per il resto la pattuglia democratica a Montecitorio e a Palazzo Madama era al completo, con Emanuele Cani, Siro Marrocu, Romina Mura, Caterina Pes, Giovanna Sanna più Giuseppe Luigi Cucca e Silvio Lai. Tra gli esponenti delle forze alleate, ecco il deputato del Cd, Roberto Capelli, e i vendoliani di Camera e Senato, Michele Piras e Luciano Uras.

A suggerire l’idea del tavolo permanente è stato Capelli che ha proposto un approfondimento dei temi contenuti nella Vertenza Sardegna. Quindi l’impegno del presidente a convocare quanto prima gli Stati Generali del centrosinistra, anche attraverso una due giorni. E a partire sarà poi decisa la modalità di azione del tavolo permanente, sia sotto il profilo politico che legislativo.

La prima due giorni messa in agenda a individuare una scala di priorità. E tra quelle elencate da Pigliaru ci sono intanto i 600 milioni che lo Stato deve ancora all’Isola, dopo il primo saldo di 300 milioni incassato nelle scorse settimane dalla Regione. Una questione, questa, che era centrale nella mozione di febbraio, presentata alla Camera da Capelli e al Senato da Uras. A conti fatti, la sintesi del confronto odierno, sebbene quel documento non è mai stato firmato dai parlamentari del Pd. La Mura ha spiegato le ragioni: “Per dare più forza alla Vertenza Sardegna, abbiamo pensato di accorparla alla questione Meridione che si aprirà a breve alla Camera”. Ma lo stesso Pigliuaru ha tenuto a precisare che le problematiche della Sardegna, per via della specificità anche insulare, non possono essere accomunate a quelle del Mezzogiorno.

E ancora: correzione della convenzione con la Tirrenia, sul fronte per i trasporti. Si aggiunga la ricontrattazione che il governatore ha chiesto a Roma sulle servitù militari, visto che la Sardegna ospita oltre il 60 per cento delle basi militari italiane.

Pigliaru ha poi fatto il punto sull’azione di governo, elencando le misure adottate in questi tredici mesi di legislatura e culminate con la Finanziaria 2015, la prima targata centrosinistra. Ma in cima alla lista c’è pure il tema dell’energia. Il governatore ha fatto sapere che è allo studio un’alternativa al progetto Galsi, dal quale la Giunta, la scorsa estate, si è tirata fuori, cedendo le quote che la Regione aveva acquisito attraverso il suo braccio finanziario Sfirs.

Sullo sfondo le presunte frizioni in maggioranza. I parlamentari del Pd, e su tutti la Mura, la Sanna e Marrocu – hanno fatto quadrato intorno al segretario sardo dei Dem, Renato Soru, che oggi, alla stessa ora, ha convocato un vertice di maggioranza nella sede del partito, in viale Regina Margherita a Cagliari. I tre deputati hanno spiegato di aver incontrato Soru, insieme al senatore Lai, prima di raggiungere viale Trento.

Fatto sta che sugli equilibri in maggioranza nulla è stato detto nel vertice tra Pigliaru e i parlamentari. E anzi, a domanda precisa, Capelli risponde: “Non se n’è discusso perché non era quello il tema della riunione odierna”. In ogni caso, il deputato detta la linea del suo partito: “Il Centro Democratico è pronto a sedersi intorno a un tavolo anche per confrontarci sulla politica regionale. Di certo il presidente Pigliaru è il solo che va riconosciuto come capo della coalizione”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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