Tra proteste e proposte parte il confronto tra i grillini sardi

Il 26 febbraio la Sardegna, come il resto dell’Italia, ha scoperto le dimensioni del fenomeno a cinque stelle. Lo Tsunami di Beppe Grillo ha travolto anche l’Isola, imponendosi, di fatto, come il primo partito ed eleggendo in Parlamento quattro deputati e due senatori.

Migliaia di elettori sardi hanno scelto di votare gli sconosciuti candidati del M5S, rompendo l’illusione che dietro il comico genovese ci fosse soltanto una truppa di esaltati, fissati con Internet e poco aderenti alla realtà. La verità si è rivelata molto diversa e a scegliere il non partito di Grillo è stata un elettorato trasversale, sia per fascia d’età sia per posizione sociale e professione, quasi tutti delusi dai partiti tradizionali, soprattutto da quelli di centrosinistra.

Almeno questo emerge dal piccolo sondaggio-inchiesta che abbiamo realizzato in un campione magari non particolarmente significativo, che non ha nessuna pretesa scientifica, ma che può aiutare a comprendere l’umore dell’elettorato a cinque stelle, dopo due mesi di Parlamento e una polemica quasi quotidiana sugli alieni sbarcati a Roma.

Abbiamo scelto di usare la Rete e i social network in particolare, perché è qui che il M5S ha da sempre tratto la sua forza ed è qui che avvengono la maggior parte delle discussioni e in cui vengono affrontati ormai i temi del dibattito politico.

Soprattutto su un tema, sin dal primo giorno della nuova legislatura, si concentra il dibattito: deve o no il M5S permettere l’avvio di un governo guidato da Bersani? Finora le posizioni sono state di netta contrarietà da parte dei grillini in Parlamento, anche se tra gli elettori che abbiamo intervistato qualche dubbio si insinua.

Ad esempio Alessandro (39 anni imprenditore), ha da sempre votato centrosinistra, ma da almeno due anni segue il M5S e la sua idea di democrazia dal basso. “Credo che un po’ di inesperienza e disordine organizzativo da parte di parlamentari nuovi sia ampiamente giustificabile. Mi lascia invece un po’ perplesso la deriva oltranzista del movimento, io e molti come me hanno dato i voti con convinzione al M5S per incidere sulla politica nazionale, e credo che sia finito il tempo delle battute e sia cominciato invece quello delle responsabilità. Questo ovviamente non vuol dire fare compromessi al ribasso o tradire il mandato elettorale del programma, anzi io su alcune cose rimarrei rigido e radicale (un ladro è un ladro, non c’e’ dialettica che tenga) ma mettersi sull’Aventino a dire parolacce contro una accordo tra Bersani e Berlusconi dopo avere mandato a quel paese Bersani ad ogni avvicinamento, con quel ridicolo streaming nell’incontro con il Pd, è quasi da irresponsabili.

Il tanto peggio tanto meglio non e’ perdonabile”. Secondo Alessio, avvocato di 40 anni, anche lui ex elettore di centrosinistra, “il movimento 5 stelle non era pronto per un successo così grande, lo si è capito. Tuttavia, preferisco le gaffe della Lombardi alla preparazione tutto logica e inconcludente del politico scafato, che risponde sempre bene a qualsiasi domanda su qualsiasi argomento. Sul confronto i grillini si sono prestati ma hanno rifiutato vecchi schemi …Non sono comunque favorevole ad un accordo di governo, perché comunque se si fossero alleati con Bersani sarebbe stato un assurdo”. Più possibilista invece Antonello, insegnate precario che alle precedenti elezioni votò per l’Italia dei Valori e che ora pensa che un accordo di governo sia possibile “A patto che il Pd mandi via gente come Anna Finocchiaro, Rosy Bindi , Beppe Fioroni ed Enrico Letta”. Anche per Mario, imprenditore quarantenne “Il confronto ci deve essere sempre e, per quanto mi riguarda, con chiunque. Il problema è solo di nomi e contenuti. Nessuno di quelli fin’ora proposti erano votabili”.

Matteo, 36 anni ingegnere, ha scelto il M5S per la chiarezza dei temi portati avanti “Dal no all’acquisto degli F35, alla TAV, allo stop al finanziamento pubblico ai partiti al conflitto d’interessi. Io ho sempre votato Rifondazione prima e Sel dopo e adesso non mi dispiacerebbe un governo di centrosinistra con Sel e M5S, servirebbe a sparigliare i giochi e magari a cambiare qualcosa, a partire dalla legge elettorale”. Decisamente più duro Andrea, studente-disoccupato che si considera vittima di uno “Stato delinquenziale e sanguisuga”. È un militante grillino e proviene, anche lui dall’area del centrosinistra.

“ I parlamentari del M5S si stanno muovendo bene e coerentemente, e la coerenza è la prima cosa in politica. Non ci può essere nessun accordo di governo con chi è ormai compromesso. Dovranno essere gli altri a votare i provvedimenti proposti dal M5S”. Sulla stessa lunghezza anche Antonello, 41 anni libero professionista. “Nessuno cercherebbe un confronto con chi gli ha fatto fallire la società, cosi loro devo andare per la loro strada da soli. I parlamentari del Movimento cinque stelle nonostante gli errori e le ingenuità commessi, dimostrano di essere coerenti con il programma senza inciuci a destra o sinistra, perché questa situazione nella quale viviamo è il frutto di decenni di inciuci”.

Alberto Urgu

 

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