Solinas perde ancora in Tribunale: “Condotta anti-sindacale su nomine dei Dg”

Alessandra Carta

Christian Solinas e la sua Giunta hanno perso ancora davanti al Tribunale del lavoro, dove il 24 gennaio 2022 ha presentato ricorso lo Sdirs, il sindacato dei dirigenti regionali presieduto da Cristina Malavisi. La querelle riguardava la procedura seguita dal governatore e dagli assessori per nominare i Dg, finiti dentro un elenco di idonei considerato illegittimo dalla giudice del lavoro, Daniela Coinu. Adesso la Regoine pagare metà delle spese legali e annullare tutti gli atti che sono derivati dalla delibera messa al palo dal Tribunale.

Lo Sdirs, difeso dall’avvocato Salvatore Pilurzu, ha sollevato due ordini di problemi: il primo ha riguardato la delibera 27/14 del 9 luglio 2021 con la quale la Giunta ho modificato i criteri di ingaggio dei Dg “senza attivare, in favore del sindacato ricorrente, la necessaria informazione preventiva”, come previsto dalle legge 31/98 al comma 2 dell’articolo 5 ma anche dal Contratto collettivo; la seconda condotta contestata dallo Sdirs ha toccato sempre la procedura di nomina delle figure apicali nella misura in cui “sul sito istituzionale della Regione non sono stati pubblicati gli incarichi da assegnare e relative caratteristiche professionali per coprire i posti”. Il primo rilievo è stato accolto, il secondo no.

Quanto alla parte in cui la giudice ha dato ragione allo Sdirs, prima della deliberazione 27/14 l’Amministrazione aveva l’onere di diffondere una manifestazione di interesse sulle caselle da riempire, dando così a tutti i dirigenti, sia interni che esterni, la possibilità di presentare la propria candidatura. Invece, in base alle nuove regole approvate il 9 luglio del 2021, la Giunta Solinas ha deciso di “costituire un elenco di candidati idonei” redatto in autonomia dal servizio Concorsi dell’assessorato al Personale, a cui l’Esecutivo ha assegnato “il compito di predisporre e pubblicare l’avviso di acquisizione delle manifestazioni di interesse”. Tutto sopra la testa del sindacato.

Scrive la giudice Coinu: “Nella fattispecie in esame, la censurata mancanza di informazione preventiva è violazione che, incidendo direttamente sui diritti e sulle prerogative dell’organizzazione sindacale ricorrente, configura certamente, da parte dell’ente convenuto, una condotta antisindacale”. E ancora: nel dispositivo del Tribunale la procedura decisa dalla Giunta Solinas, con l’innesto del compito affidato alla servizio Concorsi, configura una procedura con “elevata discrezionalità” che sarebbe stata ammissibile solo qualora fosse avvenuta la compensazione del controllo da parte del sindacato, da esercitare appunto con la “comunicazione preventiva e tempestiva”. Ma questo non è accaduto. Di qui la condotta anti-sindacale di cui la Giunta è stata ritenuta colpevole.

Come effetto pratico, adesso succede che l’elenco dei Dg idonei non è più valido. Per nominare i nuovi direttori generali, specie adesso che il Solinas bis permette di modificare le caselle per via del cambio degli assessori, la procedura non è più un affare interno alla politica e al servizio Concorsi: lo Sdirs deve essere informato in tempo e su tutto, perché ne ha diritto, facoltà e titolo, ha stabilito la giudice del lavoro. Anche se Solinas non è d’accordo.

Vien da sé che per il governatore le nomine dei Dg sono un terreno scivoloso, dove il Palazzo di giustizia, a colpi di dispositivo, sta rimettendo i tasselli a posto. Davanti al Tribunale del lavoro, Solinas ha perso tutte le volte che la Regione è stata citata in giudizio, tanto che sono tornati al loro posto i tre Dg che hanno presentato ricorso: Cinzia Lilliu, Alessandro Naitana e Antonio Casula, di nuovo in sella alla Centrale di committenza, all’Industria e al Corpo forestale. Adesso la quarta bastonata con lo Sdirs. Si aggiunga che Solinas è stato rinviato a giudizio, con l’accusa di abuso d’ufficio, per gli ingaggi di Silvia Curto e Pasquale Antonio Belloi, Dg della presidenza l’una e capo della Protezione civile il secondo. Il processo inizia tra pochi giorni, il 15 dicembre. Il presidente è accusato di abuso d’ufficio. Sotto accusa c’è anche l’assessora al Personale, la leghista Valeria Satta, che deve rispondere di tentata concussione. Già condannata, dopo aver scelto il rito abbreviato, la ex capo di gabinetto, Maria Grazia Vivarelli: per lei due anni e otto mesi per induzione indebita.

Non è tutto: da fine ottobre la Satta è accusata di danno erariale per un importo di 314mila euro, relativamente alla nomina di Silvia Cocco, la Dg del Personale a sua volta indagata insieme all’ex direttore dell’Aspal, Massimo Temussi, oggi Dg del Centro regionale di programmazione. La Satta deve rispondere di falso per induzione e abuso d’ufficio; la Cocco di falso in autocertificazione; Temussi di abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio

Stando alla ricostruzione del pm Andrea Vacca, alla Cocco sono stati fatti valere titoli che non aveva, quando era una dipendente di Aspal. E la stessa Dg ha, sempre secondo il magistrato inquirente, dichiarato il possesso di requisiti non corrispondenti al vero. Di qui l’apertura del fascicolo.

Alessandra Carta

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