Sassari, ancora tensioni nel Pd: salta il tavolo delle trattative per la nuova Giunta

Si riaccende e assume toni ancora più aspri lo scontro a Sassari tra i due blocchi in cui il Partito Democratico si è spaccato in occasione delle primarie. Il braccio di ferro in atto, spiegabile solo in parte con la partita a scacchi che si sta giocando in vista del congresso regionale del Pd, ha fatto saltare di nuovo il tavolo delle trattative per la composizione della Giunta comunale. In questo momento è in corso a palazzo Ducale una riunione informale dell’esecutivo, ma mancherebbero i rappresentanti del correntone Pd che fa capo al segretario regionale Silvio Lai, all’ex presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu, all’ex sindaco e attuale presidente dell’Assemblea sarda Gianfranco Ganau e al consigliere regionale di area soriana Salvatore Demontis. Tra forzature e reciproche provocazioni, insomma, il varo della Giunta sembra allontanarsi. Intanto gli 11 consiglieri delle componenti Pd escluse dal summit di questo pomeriggio, d’intesa con i consiglieri di altri partiti della maggioranza che al momento non hanno avuto voce in capitolo, stanno predisponendo un documento per esprimere il proprio dissenso su quanto sta accadendo.

Subito una riunione di maggioranza per discutere delle prossime scelte, a partire da quelle che sono del consiglio nella sua funzione istituzionale e politica”. Lo chiedono al neo sindaco Nicola Sanna 13 consiglieri del Pd che fanno riferimento al ‘correntone’ di Silvio Lai, Giacomo Spissu, Gianfranco Ganau e Salvatore Demontis – Antonio Piu, Giuseppe Masala, Carla Fundoni, Salvatore Sanna, Stefano Perrone, Valeria Fadda, Pierpaolo Bazzoni, Esmeralda Ughi, Gianni Crobu, Lello Panu e Lisa Benvenuto – l’esponente dell’Idv Giampaolo Manunta e quello del Partito dei Sardi Giancarlo Serra.

“Fatte salve le prerogative del sindaco, i rappresentanti eletti dai cittadini nell’assemblea civica devono essere considerati i primi interlocutori con in quali il sindaco deve condividere le principali scelte – dicono i 13 – Non si può iniziare senza alcuna trasparenza e collegialità questa esperienza amministrativa così attesa e delicata, tanto più perché la campagna elettorale è stata caratterizzata dall’impegno formale con i cittadini per una democrazia più partecipata”. I sottoscrittori del documento sottolineano “il grande risultato ottenuto lo scorso 25 maggio, che ha premiato l’unità della coalizione e ha trovato sintesi in una proposta politica premiata da oltre il 65% dei cittadini”. Tuttavia gli autori della richiesta di collegialità non nascondono “il loro sconcerto per la continua diffusione di notizie su decisioni istituzionali e politiche assunte in sedi non precisate, senza che ci sia stata una riunione di maggioranza o dei gruppi, nella quale essere perlomeno informati”. Il governo della città, è la convinzione, “deve essere assicurato tenendo conto delle decisioni degli elettori e non da accordi e impegni presi da singole componenti e gruppi di persone o in base a primarie di partito che non possono vincolare il futuro di Sassari e quello istituzionale del Comune”. In questo modo “le primarie sarebbero snaturate, diventando da strumento irrinunciabile e prezioso per la scelta delle candidature apicali, come quella del sindaco, a metodo per la formazione delle Giunte o l’attribuzione di incarichi negli enti”. L’unico riferimento, è la conclusione, “devono essere i cittadini che hanno decretato l’importante risultato ottenuto da Nicola Sanna, ma anche quello dei consiglieri che lo hanno sostenuto”.

Leggi anche: Sassari, rush finale per la nuova Giunta: ecco i nomi dei quasi assessori

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