Rete ospedaliera, tutto rinviato al 5 settembre: riparte la trattativa

Il ddl della rete ospedaliera, approvato dalla Giunta regionale a luglio 2015, arriverà in Aula solo a settembre. Precisamente il 5. Così ha deciso la maggioranza nel vertice di questa mattina al quale hanno partecipato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore alla Sanità Luigi Arru, i capigruppo del centrosinistra e i componenti di coalizione della commissione consiliare presieduta da Raimondo Perra. Presenti anche alcuni esponenti Pd dell’Assemblea, come Roberto Deriu, Piero Comandini e Daniela Forma.

La maggioranza ha deciso lo slittamento per via del mancato accordo: troppi i fronti di scontro ancora aperti e che, col voto segreto, avrebbero rischiato di far finire in anticipo la legislatura (leggi qui). Di fatto scontentava troppi consiglieri del centrosinistra l’accogliere solo le richieste dei territori delle aree cosiddette disagiate, cioè gli ospedali di Bosa, Isili, Muravera, Sorgono e Tempio mantenendo i rispettivi reparti di chirurgia anziché accorparli con la Medicina generale.

La coalizione si è data una nuova agenda politica: da oggi alle 15,30 riparte il confronto sui punti caldi della riforma, pensata per arrivare in tre anni a un risparmio di 134 milioni. Ma solo per mantenere la chirurgia negli ospedali di zona disagiata bisogna mettere nel conto otto milioni anni. E poi c’è una serie di altre rivendicazione che, quantificate, superano i trenta milioni di euro. La maggioranza deve dunque decidere cosa accogliere e cosa lasciare fuori.

I punti chiave su cui il confronto ricomincia sono sette: il Civile di Alghero e il Segni di Ozieri, accorpati, vorrebbero ottenere la ‘promozione’ da ospedale di base a struttura di primo livello. Costo: cinque milioni annui. Per mantenere al Dettori di Tempio ortopedia, pediatria e ostetricia la spesa sarebbe di 4,2 milioni. Per conservare il punto nascita del Paolo Merlo a La Maddalena il conto è di 1,5 milioni. Per promuovere dal primo al secondo livello il San Francesco di Nuoro si stima una spesa è di 8 milioni. Un passaggio di categoria è chiesto pure dall’Ogliastra che sollecita per il Nostra Signora della Mercede a Lanusei la classificazione in struttura di primo livello anziché ospedale di base. Costo: 1,6 milioni annui. Intorno a un milione e 300mila euro si aggira la non cancellazione della medicina e della chirurgia al Delogu di Ghilarza. Non ancora calcolata la spesa necessaria per riaprire a Guspini il centro di riabilitazione del Santa Maria Assunta, come previsto da un altro emendamento.

Nel vertice di maggioranza odierno a Pigliaru e ad Arru è stata messa sul tavolo una questione precisa: non accogliere i sette punti, come previsto nel ddl della Giunta, potrebbe far perdere voti al centrosinistra. Questa è la paura che hanno i consiglieri, visto che la politica (e vale anche per il centrodestra) nel tempo ha trasformato la sanità in un gigantesco bacino elettorale.

Dalle 15,30 di oggi la maggioranza deve capire quali margini di manovra ci sono per inserire nella bozza di legge i sette punti ancora aperti. Per questo alle riunioni parteciperanno anche funzionari e dirigenti dell’assessorato alla Sanità, in modo da quantificare con precisione i costi. Il ddl della rete ospedaliera è infatti un tassello del Piano di azzeramento del debito della sanità che ha un passivo di 750 milioni. Se i 134 milioni di risparmi vengono meno, si fa in salita anche il lavoro della Asl unica Ats, pensata proprio per contenere i costi e ridurre il disavanzo (leggi qui un’intervista di Sardinia Post al direttore generale Fulvio Moirano).

Rossella Pinna, consigliera dem e componente della commissione Sanità, dice: “Siamo finalmente all’ultimo miglio di una riforma fondamentale. Il supplemento di confronto deciso oggi non può che farci arrivare all’appuntamento del 5 settembre con una bozza certa e concordata. Tutti insieme decideremo le correzioni definitive, tenendo presente le tre bussole della riforma stessa: tutela del diritto alla salute, sicurezza nell’assistenza secondo i parametri delle prestazioni minime obbligatorie e contenimento dei costi”.

Che in maggioranza l’asticella dello scontro fosse salita sino a un livello di guardia, si è capito tra ieri e oggi, quando è di nuovo spuntata la cordata tra sassaresi e nuoresi, quella che nel 2016, a sorpresa, aveva votato per la sede dell’Asl unica a Sassari e per la dislocazione a Nuoro degli uffici dell’Areus, la nuova azienda sanitaria del 118 che ancora deve prendere forma. Era chiaro che il centrosinistra rischiava davvero di farsi male, se si fosse arrivati in Aula a fine mese e senza accordo.

Adesso invece Pd e alleati hanno quasi un mese in più di confronto: considerando che la bozza di legge deve ottenere il parere del Cal (Consiglio delle autonomie locali) e servono quindici giorni, nel centrosinistra contano di finire l’esame degli emendamenti entro le prime due settimane di agosto. In questo modo per il 5 settembre l’iter burocratico è completato. Il segretario del Pd, Giuseppe Luigi Cucca, è stato uno degli artefici di questo slittamento, concordato ieri nel partito (leggi qui). Certo è che servono soldi per accontentare tutti: se vengono trovati, non si pone più alcun problema.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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