Regione, patrimonio immobiliare improduttivo: ecco il piano di rilancio

Il piano Erriu-Pigliaru, in dirittura d’arrivo, punterà sui fondi comuni di investimento. In particolare per la cultura e l’agricoltura.

Ruota intorno ai fondi immobiliari, il piano Erriu-Pigliaru per rendere produttivo il patrimonio dei beni regionali che attualmente ha un rendimento di appena 2.832.000 euro. Questo a fronte di un reddito da 1,416 miliardi. La delibera è attesa a giorni e conterrà le linee guida dell’operazione rilancio.

I fondi immobiliari sono un istituto giuridico introdotto in Italia nel ’94. Di fatto, rappresentano una forma di investimento collettivo del risparmio. Quindi con più azionisti che si accollano, anche attraverso quote diverse, la spesa da sostenere formando la cosiddetta Sgr (società di gestione del risparmio). Ciò vuol dire aprire nuovi spazi di impresa.

La Giunta – stando alle prime informazioni che filtrano – si dovrebbe dare trentadue mesi di tempo per rilanciare il patrimonio immobiliare della Regione. Primo passo, la costituzione di una direzione generale per riformare la normativa del settore, come sollecita da anni la Corte dei Conti. In Sardegna, infatti, sui beni disponibili e indisponibili esiste solo un regolamento, datato 2005. Fissa “i criteri e le modalità di concessione in uso e in locazione” del patrimonio. Ma gli stessi giudici contabili l’hanno definito “desueto e lacunoso”.

Ecco quindi il secondo passaggio, ovvero l’approvazione di un nuovo testo normativo che dovrà varare prima l’Esecutivo, poi spetterà al Consiglio convertire il ddl in legge. Obiettivo: impostare l’attivazione dei fondi comuni di investimento. Cioè la cornice giuridica nella quale dovrà muoversi il team regionale di esperti per organizzare bandi e gare a evidenza pubblica.

Si arriva così alla ricognizione straordinaria del patrimonio: ogni immobile verrà censito e classificato per calare sui singoli beni una strategia di valorizzazione. A conti fatti, sarà organizzata una banca dati digitalizzata e di facilissimo accesso sia per la consultazione che l’aggiornamento.

Un punto chiave del piano Erriu-Pigliaru sono i processi partecipativi con gli enti locali, visto che i 2.457 immobili regionali risultano spalmati in 254 Comuni, cui spetterà concordare con la Giunta il nuovo utilizzo dei beni da rilanciare.

Sono soprattutto due gli asset di sviluppo intorno ai quali sarebbe orientato il piano Erriu-Pigliaru: da un lato i fondi comuni di investimento per la cultura, dall’altro quelli per l’agricoltura. Si tradurranno in interventi di scopo in settori considerati capaci di generare effetti moltiplicatori sull’economia.

La Regione sosterrà con proprie risorse l’attivazione dei fondi immobiliari, la cui cifra si dovrebbe conoscere già con la delibera attesa nei prossimi giorni. Alla Giunta la proporrà Cristiano Erriu, titolare degli Enti locali e del Patrimonio.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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