Regionali, volano stracci tra Psd’Az e FdI. Moro: “Il tavolo che ha scelto Truzzu era truccato”

di Andrea Tramonte

Il tavolo cagliaritano che ha indicato Paolo Truzzu come candidato del centrodestra alle Regionali era “truccato”. Non solo: “Convocato irritualmente, pessimamente gestito e le cui conclusioni sono state forzatamente e strumentalmente interpretate dalla coordinatrice di FdI”. Il presidente del Psd’Az e assessore ai Trasporti, Antonio Moro, ci va giù pesante. E tra sardisti e Fratelli d’Italia volano gli stracci. Al termine di una nuova giornata di passione nel centrodestra – con la Lega che continua a ribadire di volere il bis di Solinas – arriva la lunga nota del partito con cui Moro attacca Antonella Zedda e ribadisce quanto sostenuto nei giorni scorsi: il sindaco di Cagliari non è il candidato del centrodestra, almeno secondo i sardisti e la Lega. In attesa che arrivino notizie da Roma con l’accordo tra i leader nazionali che però molto difficilmente porterà a un passo indietro di FdI e Truzzu. Pare che un primo contatto telefonico tra Salvini e Meloni ci sia stato. L’obiettivo della premier è quello di andare uniti alle Regionali sarde ma senza mettere in discussione il suo candidato. Sul tavolo i due leader dovranno trovare una quadra anche sulle Europee, sulle altre elezioni amministrative e sul limite del terzo mandato: un tema, questo, da cui passa l’eventuale ricandidatura di Zaia in Veneto, con FdI che invece vorrebbe mettere le mani sulla Regione. Derogare alla regola della ricandidatura degli uscenti – per quanto già accantonata in Sicilia – facendo pesare i nuovi equilibri politici significa per il leader del Carroccio rischiare di dover ingoiare altri rospi in territori che rappresentano un bacino fondamentale di voti e relazioni. Il clima è incandescente e l’ipotesi che la Lega possa strappare non è inverosimile, anche perché Salvini si gioca moltissimo nei prossimi mesi. Un risultato al di sotto delle aspettative alle Europee e un ridimensionamento nelle Regioni potrebbero arrivare a far scricchiolare la sua leadership.

Tornando al Psd’Az, Moro parla di “incongruenze che con il passare delle ore emergono in tutta la loro gravità, ad incominciare dalla cooptazione, unilateralmente decisa dalla coordinatrice di FdI,  all’interno dello stesso tavolo e con uguale diritto di voto, di singoli consiglieri regionali, di sigle senza liste a supporto e di liste di nuova costituzione che non hanno alcun peso elettorale dimostrato da precedenti partecipazioni al voto in Sardegna”. L’assessore ai Trasporti parla della nuova Dc di Rotondi, parlamentare iscritto al gruppo di FdI alla Camera, rappresentato da Valerio De Giorgio – eletto in Consiglio nelle liste di Forza Paris che oggi sostiene Alessandra Todde e oggi nel gruppo misto. Poi Idea Sardegna, con consigliere Roberto Caredda (eletto nella lista di Cuccureddu, oggi nel centrosinistra) unico esponente dopo la fuoriuscita della consigliera Carla Cuccu, anch’essa candidata nelle liste a sostegno dell’esponente M5s, della componente del gruppo Misto “che non ha votato in Aula neppure il collegato alla legge finanziaria”. “Analoghe incongruenze si registrano nella partecipazione del consigliere eletto nelle liste di Forza Italia, poi passato a “Cambiamo” di Giovanni Toti e quindi all’Udc, Antonello Peru, che nell’arco di qualche giorno è passato dall’essere il portavoce di un fantomatico grande centro, a rappresentare la lista “Sardegna al Centro/Sardegna 2020” dell’ex consigliere regionale Stefano Tunis“.

Moro ha ricordato poi la posizione di partiti come Forza Italia e Udc che hanno parlato di un confronto nazionale per ufficializzare la candidatura, tenendo presente la regola della ricandidatura degli uscenti. “Sono proprio queste componenti politicamente impalpabili e liberamente accreditate che hanno assecondato la posizione (mai motivata con argomentazioni politiche) della coordinatrice di Fratelli d’Italia contro l’ipotesi della riconferma del presidente uscente Christian Solinas“. “Si tratta di metodi inaccettabili – attacca Moro – tradotti in questi anni in forzature infantili che hanno portato a spaccare la coalizione in tutte le elezioni amministrative nei centri sopra i 15.000 abitanti da Olbia a Iglesias, per arrivare a Capoterra e Assemini. Purtroppo i protagonisti di questi strappi, per la sola esigenza di avere proprie candidature anche se a perdere, sono stati sempre gli stessi e sarebbe opportuna una riflessione in questo senso”. Per poi chiudere: “Ecco perché chiediamo ancora una volta che si torni al buon senso ed a ragionamenti politici che consentano ai partiti di compiere le proprie legittime scelte, nel rispetto della forma e della sostanza, delle regole e delle consuetudini, delle persone e delle cariche, evitando pericolose quanto improduttive scorciatoie, insieme con quelle dannose forzature che minano la credibilità e l’autorevolezza di chi dovrebbe recitare un più calzante ruolo politico a garanzia della tenuta della coalizione e del pieno rispetto dei più elementari principi democratici”.  

A Moro ha replicato il deputato di FdI, Salvatore Deidda. “Se alle elezioni amministrative siamo andati separati è proprio per la mancanza di coordinamento della coalizione di centrodestra, in capo al presidente Solinas, non interessato a mettere d’accordo e riunire la propria coalizione. Nessun tavolo truccato quindi, perché ad eccezione di Psd’Az e Lega, le altre forze politiche di centrodestra (Forza Italia, Riformatori sardi, Udc, Sardegna 2020)  hanno chiaramente scelto questo passaggio di consegne scegliendo il candidato Paolo Truzzu. Antonella Zedda ha convocato più volte il tavolo e la sua composizione è stata accettata, anche dal Psd Az, alla sua prima convocazione, proprio decidendo chi fosse legittimato a partecipare. Proprio il segretario del Psd Az ha ribadito quale fosse il perimetro ossia coloro che avrebbero presentato una lista, così come è stato quando è stato scelto il presidente Solinas”. E poi chiede di lasciar perdere “queste polemiche senza capo né coda. Le regole non si cambiano in corsa d’opera se l’esito non è gradito. Lavoriamo uniti per il bene della nostra comunità”.

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