Regionali, caos centrodestra. La Lega: “Solinas unico candidato possibile”

di Andrea Tramonte

La Lega lo ha ribadito anche oggi: su Christian Solinas nessun passo indietro. Quando mancano appena sei giorni al deposito dei simboli in vista delle Regionali del 25 febbraio, la temperatura nel centrodestra rimane incandescente. Ieri Paolo Truzzu ha convocato la prima riunione ufficiale per mettere in moto la macchina elettorale. Assenti: Psd’Az e Lega. Il partito di Matteo Salvini non intende fare alcun passo indietro sul governatore. Il vicesegretario Andrea Crippa ha ribadito che per loro il candidato rimane Solinas. E ha specificato, in una intervista rilasciata ad Affaritaliani.it: “Al tavolo regionale c’erano liste civiche che tutte insieme hanno molti meno voti di Lega e Partito sardo d’azione, uno non vale sempre uno. La Dc di Rotondi non può valere come la Lega. Sta storia del tavolo regionale che avrebbe scelto Paolo Truzzu ha stancato. I partiti hanno pesi molto diversi tra loro. Sottolineo poi che Giovanni Satta, consigliere regionale di Alleanza Sardegna ha affermato che sarà sempre nel centrodestra qualunque sia il candidato senza quindi esprimersi a favore di Truzzu, come dicono invece da FdI”. Quindi si è rivolto al partito di Giorgia Meloni: “Fratelli d’Italia deve accettare gli uscenti di centrodestra e avere l’ambizione di presentare i suoi migliori uomini quando si voterà in quelle regioni dove ora governa il centrosinistra. Fratelli d’Italia ha già il presidente del Consiglio che vale molto di più di un presidente di regione e ha l’onere o l’onore di tenere unità la coalizione”.

Ma è difficile ipotizzare passi indietro di FdI sulla candidatura di Truzzu. La matassa andrà necessariamente sbrogliata da un vertice tra Meloni, Salvini e Tajiani e sul tavolo a quel punto si discuterà di tutto: di sicuro delle Regioni al voto quest’anno, del terzo mandato per i presidenti (nell’ottica di una ricandidatura di Luca Zaia in Veneto, su cui Fratelli d’Italia ha puntato gli occhi), di eventuali contropartite nel caso di un passo indietro di Solinas (si era parlato di una exit strategy con un seggio sicuro in Europa per lui). Ma il tavolo non è ancora stato convocato. Maurizio Lupi di Noi Moderati è sicuro che la situazione si risolverà in settimana. Tajani sparge ottimismo: “È normale che prima della definizione delle candidature ci sia dibattito ma l’esito è già scontato: ci sarà un accordo e vinceremo le Regionali come vinceremo le europee”. Ma così scontato al momento non sembra, con le resistenze della Lega, che con il coordinatore regionale, Michele Pais, esclude la candidatura di Truzzu. “Christian Solinas è l’unico candidato possibile. Fratelli d’Italia se ne deve fare una ragione perché non è una questione di percentuali ma di continuità. Loro erano al 4 per cento quando hanno indicato Paolo Truzzu sindaco di Cagliari”. Il Psd’Az al momento rimane in silenzio in attesa di una soluzione nazionale: nel caso la scelta dell’esponente di FdI venisse confermata, Solinas convocherebbe subito gli organismi del partito per prendere una decisione. E Antonio Moro aveva usato parole durissime su Truzzu: “La Sardegna ha bisogno di tutto fuorché essere governata dal sindaco di Cagliari”. 

Fratelli d’Italia fa quadrato sul suo candidato e con la coordinatrice regionale, Antonella Zedda, rivendica il lavoro del tavolo regionale che “si è espresso con una netta maggioranza per la discontinuità e riconoscendo al primo partito di maggioranza relativa la capacità e la possibilità di esprimere il candidato alla presidenza della regione. Ma non è una questione di dicembre o gennaio, è da mesi che ne parliamo. Io chiesi, all’ultimo tavolo convocato dal presidente Solinas, a luglio di poter convocare il tavolo decidente per le elezioni regionali. Solinas – accusa la senatrice – non ha mai preso in considerazione questa possibilità e non ci ha ascoltato, ribadendo che doveva essere la Lega a convocare il tavolo. Convocazione che non è mai arrivata. Anche Forza Italia con il coordinatore regionale Ugo Cappellacci ha affermato che è naturale che il primo partito italiano possa avanzare una proposta sul nome del presidente e che il tavolo regionale debba essere ascoltato, fatto salva la posizione del presidente Tajani che si muove sul piano nazionale”.

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