Regionali, ultimi appelli per l’unità del centrosinistra. I Progressisti vanno con Todde, Soru rimane in campo

di Andrea Tramonte

Prima un tentativo di mediazione con il disarmo bilaterale tra Renato Soru e Alessandra Todde per individuare una candidatura terza in grado di ricomporre il quadro. Poi l’annuncio che era nell’aria da tempo: i Progressisti sono tornati nel ‘campo largo’ e hanno abbandonato la Coalizione sarda del fondatore di Tiscali. Poi l’appello: quello di fare una lista unitaria con i sostenitori della ‘rivoluzione gentile’ e riunire le parti in modo da vincere le Regionali. La richiesta è stata ribadita ieri da Massimo Zedda e Francesco Agus insieme al capogruppo in Consiglio, Gianfranco Satta, e all’ex senatore Luciano Uras, ma l’appello è caduto nel vuoto. Soru avrebbe fatto un passo di lato – e si era detto disponibile – solo se anche Todde si fosse fatta da parte. “Non siamo interessati a calcoli elettorali – ha detto l’ex governatore -. Qualcuno preferisce fare aritmetica, contare i possibili consiglieri regionali eletti o le cariche per il futuro. Io preferisco costruire una prospettiva politica diversa per l’oggi e per il domani, che metta al centro la Sardegna. E preferisco parlare di idee, proposte, progetti. Il nostro è un progetto che vuole essere alternativa all’esperienza di governo di destra a guida Solinas. E questo non significa sostituire le persone sulle poltrone con altre che vogliono fare le stesse cose: vogliamo cambiare le priorità di governo, sennò è un cambiamento solo di facciata”.

L’ex vicesegretaria di M5s aveva detto di no alla proposta dei Progressisti e attaccato il competitor: “Non raccolgo provocazioni di ricostruzioni unilaterali e fantasiose. Tantomeno i tentativi di screditare il lungo e faticoso percorso della coalizione di centrosinistra. Continuo a guardare alle cose che ci uniscono e fino all’ultimo momento possibile lancerò messaggi di concordia. Noi andiamo avanti per la nostra strada perché è evidente che in Sardegna c’è un vento di cambiamento e l’entusiasmo si respira tra i sardi”. Insomma: a cinque giorni dalla scadenza finale per il deposito dei simboli è praticamente certo che l’opposizione avrà due candidature in campo. Il centrodestra ha le sue rogne, con l’investitura di Paolo Truzzu contestata duramente da Lega e Psd’Az, coalizione a pochi passi dalla spaccatura e un’altra possibile candidatura come quella di Alessandra Zedda di Forza Italia, ma il centrosinistra rimane diviso e non riesce ad approfittare della confusione della maggioranza. Questi giorni saranno decisivi per capire come sarà il quadro da lunedì: se il centrodestra si divide i giochi si possono riaprire, altrimenti è durissima. 

Massimo Zedda ha ribadito di volersi misurare alle Comunali a Cagliari – negando che nella scelta di rientrare nel ‘campo largo’ abbia pesato un eventuale sostegno alla sua candidatura – e spiega: “Soru ha proposto un passo di lato contestuale a Todde. Lei e il Pd, che avrebbe potuto fare una scelta diversa, non hanno accettato. A quel punto non c’era dubbio, lo abbiamo sempre detto anche a Soru: ci si può chiedere tutto, ma non essere quelli che lavorano per consegnare la vittoria alle destre”. Le critiche dei Progressisti verso la gestione di Pd e M5s rimangono sul tavolo: se si fosse imboccata la strada delle primarie – che magari avrebbe vinto la stessa Todde – staremmo raccontando un’altra partita. Anche se la preferenza del partito di Zedda e Agus sarebbe andata al sindaco di Quartu, Graziano Milia, nel caso avesse partecipato alla competizione (come ha ricordato Uras nell’incontro di ieri a Cagliari). Intanto si registra un altro appello per una candidatura terza. Lo ha lanciato l’avvocato sassarese Agostinangelo Marras, candidato alle suppletive del Senato del 2020 con l’appoggio di Italia viva, Italia in Comune, Più Europa e Pli. “Renato Soru, del quale condivido idee e progetti per la rinascita della Sardegna, ha più volte dichiarato di essere pronto a fare un passo indietro – ha detto -. Adesso occorre che il M5s ed il Pd facciano altrettanto. Se veramente si vuol pensare al Noi piuttosto che all’Io, si deve fare un bagno di umiltà da parte di tutti e anziché mantenere ferme le proprie rendite di posizione”.

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