Ci sono quattro firme in calce nel comunicato stampa che contesta l’accordo Psd’Az-Lega per il voto del 4 marzo. I nomi sono quelli di Adriano Catte, Claudia Camarda, Viviana Brau e Graziano Siotto, consiglieri comunali a Nuoro. “Militare in un partito come quello di cui siamo esponenti nell’Assemblea civica – si legge -non equivale necessariamente a condividerne le scelte portate avanti nel campo delle alleanze per le elezioni politiche”.
È un’analisi sul metodo e sul merito, quella fatta dai sardisti di Nuoro che sono pure “membri di diritto nel direttivo di sezione”, fanno sapere. E sul metodo spiegano: “In sé l’accordo con la Lega è legittimo, visto che è supportato e avvallato dai voti del Consiglio nazionale del Psd’Az, quindi dai suoi organi democraticamente eletti. Ciò, tuttavia, non implica accettarlo”.
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La contrarietà degli esponenti barbaricini si aggiunge alla posizione espressa l’altro giorno da tre consiglieri sardisti di Cagliari – Monia Matta, Aurelio Lai e Francesco Stara – che hanno deciso di uscire dal gruppo dei Quattro Mori e fondato quello degli “Autonomisti per Lussu“. I quattro barbaricini scrivono ancora: “Come consiglieri e consigliere comunali, nel nostro leale supporto al programma elettorale sottoscritto per la città di Nuoro, in questi anni abbiamo portato avanti azioni e misure in netta antitesi a quella ideologia salviniana dalla quale ci onoriamo di esserci tenuti e volerci tenere a debita distanza. Continueremo a impegnarci esaltando i valori della libertà, uguaglianza e fratellanza, affinché tutti gli uomini e le donne godano di pari diritti, opportunità e abbiano gli stessi doveri, contro ogni forma di razzismo e di sfruttamento dell’uomo”.
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L’accordo Psd’Az-Lega prevede che proprio in un collegio di Nuoro, precisamente l’uninominale per il Senato, sia candidato un rappresentante del territorio. È stato scelto l’avvocato Lorenzo Palermo, dirigente storico dei Quattro Mori, che dunque non potrà contare sull’appoggio dei consiglieri comunali in carica. (al. car.)
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