Barracciu (Pd): “Il Ppr è troppo rigido”. E attacca Soru

Il Piano paesaggistico regionale ora è tutto da plasmare. Appena tre giorni fa la giunta di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru ha cancellato la revisione targata Cappellacci, il cosiddetto Pps (Piano paesaggistico dei sardi). Oggi, dalle colonne de L’Unione sarda in edicola, parla Francesca Barracciu, da sottosegretario ai Beni culturali del governo Renzi e da esponente del Pd. Sottolinea il rapporto con il ministero, puntualizza anche su dettagli tecnici e traccia una linea di rapporto tra Regione e ministero, anche sul Ppr – forse l’argomento più denso di significato per il Pd sardo. Voluto dall’allora presidente della Regione, Renato Soru, tema decisivo durante le elezioni, causa di battaglie sanguinarie con l’opposizione. Nonché motivo di dissapori con i piccoli amministratori locali e i costruttori. Ora Barracciu lancia un salvagente e definisce le regole volute da Soru “troppo rigide e manichee”. Secondo  il sottosegretario ai cittadini e imprese servono “certezze, diritti e tempi certi”. In particolare a tarpare le ali ad agricoltura e turismo sarebbero le “norme transitorie” che impediscono di creare volumi per i servizi. Barracciu garantisce il massimo dialogo tra Roma e Cagliari sul Ppr che sarà, lo tratteggia così: “sempre in linea con il Codice Urbani ma più costruttivo”. Dovrebbe indicare cosa si può fare non solo i divieti”. E si riferisce soprattutto ai paradossi legati ai recuperi dei centri storici dei piccoli paesi con “no” continui anche alle piccole modifiche. Si rinnega quindi la vecchia filosofia di tutele del Piano originale? Barracciu assicura di “No. Allora era necessario, il rischio era quello di far rivivere vecchie lottizzazioni di 20-30 anni prima, con milioni di metri cubi di cemento. Ma ora la situazione è diversa”. Vuoi per la crisi, vuoi per le lungaggini burocratiche.

 

Una posizione non inedita, quella sulle modifiche da apportare. Già espressa dall’attuale giunta e dallo stesso presidente Pigliaru addirittura in campagna elettorale.  Il filo dell’intervista si allontana dai tecnicismi per sforare nella poliric. E su Soru? Troppi estremismi sono dannosi, dice la Barracciu. Incalza e poi infilza la posizione dell’ex governatore, ora eurodeputato, nonché candidato alle prossime primarie di partito per l’elezione del segretario regionale. Sulla battaglia congressuale del Pd milita energicamente sul fronte opposto rispetto a quello della Barracciu. Ma questo “Non conta”, dice lei. E ricorda la lotta aspra di anni fa attorno alla nascita del Ppr anche per “ragioni diverse dal merito dei problemi”. “Quali?”, chiede l’intervistatore. “Il fatto che chi ha voluto estremizzare i vincoli del Ppr non era al di sopra di ogni sospetto, ma si portava appresso contraddizioni. Meglio, conflitto di interessi”.  Il riferimento va alle due ville sul mare e la sede dell’azienda Tiscali, realizzate molto tempo prima, con altri criteri. L’immagine rievocata dalla Barracciu non lascia spazio a dubbi: “Come un medico che impone diete rigidissime dopo essersi abbuffati: non è credibile e si espone all’accusa di praticare la doppia morale, permissivo con se stesso, punitivo con gli altri”. E il cerchio si chiude.

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