Posti letto Covid, Regione in ritardo: strutture private per arrivare a 590

Verranno coinvolte anche le strutture private per aumentare in Sardegna e arrivare a 590 posti letto, come annunciato nei giorni scorsi dall’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. Una soglia, questa, che tuttavia non è stata raggiunta: come raccontato l’altro giorno da Sardinia Post, rispetto ai 188 nuovi posti promesso, ne sono stati attivati solo una ventina. In ritardo è l’Ares che ha preso in mano la gestione (leggi qui).

La Regione deve correre perché anche dai posti letto dipende la permanenza della Sardegna nella fascia delle regioni gialle. La gestione della sanità è infatti l’aspetto che dipendente totalmente dalla politica, mentre sui contagi sono i cittadini che devono fare la loro parte rispettando le regole anti-contagio, come uso di mascherine, distanziamento e igienizzazione delle mani.

Per non perdere il treno della zona gialla, la Regione deve quindi aumentare quando prima i posti letto. E per farlo gha deciso di chiedere aiuto ad altre strutture private, dopo il Policlinico sassarese e il Mater Olbia. Venti posti di terapia non intensiva verranno ospitati nella clinica privata San Salvatore di Cagliari. Il ritardo di Ares è sui quaranta tra sub intensiva e intensiva a Ghilarza (Oristano), così come i 16 (con la possibilità di arrivare a 40) al Marino di Alghero.

A questi vanno aggiunti quelli che devono essere allestiti al Binaghi di Cagliari: è infatti slittata a oggi la seduta di Giunta che dovrebbe approvare la delibera per trasformare l’ospedale di via Is Guadazzonis nella seconda struttura Covid della Città dopo il Santissima Trinità di Cagliari (qui la protesta dei medici). Una soluzione, questa, alla quale si sono opposti ieri i consiglieri dei Progressisti. Oggi alla protesta si sono uniti i malati di sclerosi multipla, perché al Binaghi c’è l’unico centro regionale per la cura della malattia.

“Non possiamo accettare – si legge in una nota – che il Centro sclerosi del Binaghi venga cancellato a seguito , perché nell’Isola la patologia ha un’incidenza altissima, pari a 370 casi ogni 100mila abitanti, quasi il doppio rispetto alla media nazionale di 198″.

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