Nuovo Dpcm, Sardegna in fascia gialla. Conte: “Criteri oggettivi, non politici”

La conferma è arrivata con la conferenza stampa delle 20,20: la Sardegna rientra nelle regioni a basso rischio, ossia con un indice di contagio Rt che è sotto la media nazionale all’1,7 e insieme ad altri ventuno parametri analizzati dall’Istituto superiore di sanità fa scattare rigorose misure ma non le più severe. Di certo le minime previste dal nuovo Dpcm, anche se più restrittive rispetto alle attuali. Da venerdì 6 novembre, quando il decreto entra in vigore, su tutto scatta il coprifuoco alle 22, con l’obbligo dell’autocertificazione se si esce di casa dopo quell’ora e sino alle 5 della mattina. Si potrà lasciare la propria abitazione solo per motivi di lavoro, salute o per ragioni urgenti.

La nostra Isola è nella fascia delle zone gialle, che sino a stasera molti giornali, tra cui Sardinia Post, definiva ‘verdi’. Invece il colore è cambiato anche per un fatto di comunicazione. Per evitare che i territori si sentano “sottratti” al dovere del rigore, all’obbligo di rispettare “le misure prese”. Quasi in una sorta di lasciapassare, ha spiegato il capo del Governo, Giuseppe Conte, precisando che “il virus corre ovunque”. Nello stesso gruppo della Sardegna ci sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Molise, Marche, Toscana, Umbria, Veneto e le Province di Trento e Bolzano. Vengono invece classificate come arancioni, cioè con medio rischio, la Puglia e la Sicilia. L’area rossa, quella con il più elevato grado di pericolosità sulla diffusione del virus, include Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta, dove scatterannon le misure più rigorose, comprese le militazioni negli spostamenti per l’intera giornata, oltre che la chiusura della gran parte delle attività commerciali considerate non essenziali (tra cui i centri benessere).

Conte ha poi raccontato come funziona il sistema della classificazione: il monitoragggio verrà fatto settimanalmente dalla cabina di regia che lavora al ministero della Salute seguendo su tutto l’andamento dell’Rt, perché fornisce, attraverso l’indice di trasmissibilità del virus, una proiezione sui contagi reali. Ma come spiegato oggi anche da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione nel dicastero, bisogna considerare pure un’altra serie di fattori, tra cui la resilienza, ovvero la capacità del sistema di reggere la pandemia. Tra i ventuno fattori che vengono analizzati ci sono anche i posti letto, soprattutto quelli delle terapie intensive che in questa fase non devono superare il 30 per cento della disponibilità totale (in Sardegna la soglia critica è 54, al momento i ricoveri nelle Rianimazioni Covid è di 45 pazienti su un totale di 180 posti). Il monitoraggio è settimanale, ma in caso di miglioramento non si passa immediatamente al gruppo con rischio inferiore. Le nuove condizioni con grado di pericolosità inferiore devono perdurare. “Il cambio di classificazione – ha ribadito Conte – non avviene prima di due settimane”.

Il capo del Governo ha poi spiegato che l’inserimento delle regioni nei diversi gruppi “non è una scelta politica”, non si tratta di “decisioni discrezionali”, al pari delle misure che vengono adottate per contenere i contagi. Il premieri ha detto ancora: “Le limitazioni rispondono a modelli predefiniti, a criteri oggettivi che sfuggono a qualunque contrattazione. Non si negozia – ha osservato il presidente del Consiglio – sulla salute dei cittadini”. Quindi un’altra sottolineatura: nelle ordinanze che il ministro della Salute, Roberto Speranza, firma per rendere operative le ulteriori restrizioni nelle aree ad alto rischio, “è scritto che vengono sentiti i governatori – ha continuato Conte -. Ma non significa che sia contrattazione, semmai esiste un contradditorio a monte, perché le regioni partecipano alla definizione delle misure, ma non le scelgono discrezionalmente”. Anche sui dati che le Unità di crisi devono fornire al ministero, Conte ha parlato di “massimo rigore” e nessun dubbio “sulla veridicità” perché si tratta “di pubblici ufficiali”.

Rispetto alle limitazioni attualmente applicate, il coprifuoco dalle 22 alle 5 e l’autocertificazione non sono le uniche novità. Per gli studenti delle Superiori è cancellata la quota del 25 per cento di lezione in presenza: la didattica diventa totalmente a distanza. Ancora: obbligo di mascherina alle Elementari e alle Medie, dove si può continuare ad andare, ma appunto con i dispositivi di protezione. Restano aperti pure gli asili e le Materne. I musei chiudono, le mostre sono sospese. I centri commerciali, anche quelli di medie dimensioni, chiudono nel week-end, ciòè nei festivi e pre-festivi, ad accezione di farmacie, negozi di generi alimentari, tabaccherie ed edicole. Sui mezzi pubblici il coefficiente di riempimento scende dall’80 al 50 per cento, treni compresi. Confermata la chiusura di bar e ristoranti alle 18, ma gli uni e gli altri potranno lavorare per il pranzo della domenica. Congelati pure i concorsi, tranne quelli che prevedono valutazioni su esclusiva base curriculare, è scritto nella bozza del Dpcm. Scatterà la sospensione anche per i giochi e le scommesse.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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