Piano casa, tutto il Consiglio chiede una nuova legge ma la Giunta sta in silenzio

Matteo Sau

di Matteo Sau

Il Piano casa, approvato, impugnato dal Governo e poi quasi totalmente cassato dalla Corte Costituzionale, si trova in una zona grigia che di fatto crea un grande vuoto normativo nell’edilizia sarda. A denunciare la situazione è il capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, Francesco Agus, che lamenta i silenzi da parte della Giunta e denuncia il blocco dell’intero settore dell’edilizia.

Al netto del problema concreto, potrebbe sembrare il solito copione del dibattito politico in cui dall’opposizione si levano le accuse nei confronti del presidente della Regione e della sua squadra di assessori. Ma nel caso specifico c’è un elemento in più che aggraverebbe la colpa dell’esecutivo perché a chiedere di avere una nuova legge che colmi le lacune del Piano casa cassato c’è anche la maggioranza.

Infatti, il 24 febbraio scorso, durante il dibattito sulla Finanziaria, è stato approvato un ordine del giorno all’unanimità, in cui considerando gli interventi dei giudici rispetto alla legge, si chiedeva alla Giunta e in particolare all’assessore regionale all’Urbanistica, Quirico Sanna, di “definire in tempi celeri una nuova legge di governo del territorio che, nel rispetto delle previsioni del Piano paesaggistico regionale, individui le modalità di pianificazione a cui si dovranno attenere gli enti locali e i privati”. E poi di definire una proposta normativa per tenere in vigore le norme ritenute legittime dalla Corte Costituzionale.

Sono passati quasi due mesi e davanti all’assenza di risposte, il capogruppo dei Progressisti torna alla carica e coinvolge direttamente il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, visto che davanti a un ordine del giorno il regolamento prevede un confronto in aula con il presidente della Regione e gli assessori. Obiettivo? “Sapere cosa hanno fatto in questo periodo per risolvere l’ennesimo problema da loro creato all’economia isolana”, spiega Agus.

Allo stato attuale c’è il rischio che “a pagarne le conseguenze siano, di nuovo e anche in questo caso, cittadini, professionisti e imprese – spiega l’esponente dei Progressisti – la Giunta non ha rispetto delle esigenze di un intero comparto produttivo ma neppure del lavoro del Consiglio regionale. Non è ammissibile che un documento sottoscritto da opposizione e maggioranza sia considerato carta straccia”.

Il documento votato all’unanimità assume anche un valore politico diventando “un atto di plateale sfiducia verso l’assessore da parte di tutti i gruppi consiliari, compreso quello del suo partito, a ben vedere giustificato. Non è stato fatto nulla e, a parte i soliti annunci, l’attività del settore risulta fortemente condizionata dalle incertezze sul quadro normativo di riferimento e sulle prospettive di immediata risoluzione delle questioni sollevate dalla Corte Costituzionale”.

Matteo Sau

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