Per la transizione del dopo-Soru, il Pd cerca un “Epifani sardo”

Dem a caccia di un segretario a tempo, un traghettatore che dovrà guidare il partito sino al congresso sardo previsto dopo il referendum di ottobre.

Il Pd sardo cerca un traghettatore, un segretario a tempo, adesso che bisogna dare una guida al partito dopo le dimissioni di Renato Soru ma senza fare il congresso. Perché quello – che si concretizzerà con le primarie – è posticipato a dopo il referendum di ottobre, ha deciso l’altro giorno a Oristano il direttorio composto da due delegati per ciascuna delle correnti interne.

Il traghettatore da trovare sarà eletto dall’Assemblea e dovrebbe somigliare molto a Guglielmo Epifani, l’ex leader della Cgil a cui il Pd nazionale diede, nel maggio del 2013, la leadership del partito per superare uno stallo storico: Pier Luigi Bersani, allora anche il segretario dem, vinse sì le Politiche, ma non ebbe i numeri per formare il Governo. Fu sostituito da Enrico Letta, dopo un lavoro di cucitura fatto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E oltre a perdere il posto a Palazzo Chigi, Bersani dovette rinunciare pure alla guida del Pd. Di lì la scelta dell’ex capo cgiellino, una figura capace di mettere d’accordo tutti in attesa del successivo congresso di novembre, vinto da Matteo Renzi.

Di “Epifani sardo” parla Siro Marrocu, il deputato di Villacidro che nel partito isolano rappresenta l’ala ex Ds della minoranza interna, guidata dal senatore Ignazio Angioni. Siro MarrocuMarrocu è uno dei delegati che a Oristano ha spinto perché in Sardegna le primarie venissero spostate a dopo il referendum di ottobre. “Meglio preparare con calma – dice il parlamentare – le tesi congressuali, tanto il partito non resterà senza guida. Anzi, ne avrà una autorevole, seppure a tempo”.

A Oristano la proposta di un congresso immediato, addirittura prima dell’estate, l’ha avanzata la componente popolare-riformista di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai. Ovvero gli ex alleati di Soru. La conferma arriva dal portavoce Giacomo Spissu.  Giacomo Spissu“Ridare la parola alla base, come nella regola democratica che si è data il Pd, è sempre la soluzione migliore. Ma collegialmente si è deciso di individuare una figura di transizione, tuttavia con pieni poteri. Anche perché si prevede un mandato di diversi mesi”. Spissu ammette: “Non si tratta di una ricerca facile, ma ci applicheremo come abbiamo sempre fatto”.

La difficoltà deriva anche dalla regola interna che il direttorio si è dato a Oristano, seppure nessuno ne parli esplicitamente. Ma visto che le dimissioni di Soru sono state la conseguenza della condanna a tre anni per evasione fiscale, l’Epifani sardo ovviamente non dovrà avere alcun problema giudiziario, nemmeno a titolo di indagato. Per questo sono esclusi dalla rosa di papabili tutti i dem finiti per esempio nell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale.

Al momento nel Pd sardo si fa un nome: è quello di Giannarita Mele, la presidente di area socialista che fa parte della minoranza interna. Ovvero l’area a cui il direttorio ha dato precedenza nell’indicare il successore di Soru. La Mele sarebbe la prima donna segretario. Ma nel partito si fa guarda anche a una figura più spiccatamente politica: non fosse altro che in autunno non si esclude un rimpasto in Giunta (tema mai uscito dall’agenda del Pd, seppure rinviato). E ciò fa supporre, come filtra dallo stesso Pd, che l’Epifani sardo è richiesta esperienza nella gestione di un’eventuale staffetta di assessori. Di tutto questo si parlerà venerdì a Oristano nella riunione dell’Assemblea che si limiterà a ratificare le dimissioni di Soru e a fare le surroghe dei componenti mancati, in modo da lavorare con numeri pieni per l’elezione del segretario. Poi tutti a casa, sino a metà giugno almeno.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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