Pd, la promessa del neosegretario Cucca: “Un nuovo corso di unità”

Giuseppe Luigi Cucca – nuorese, classe ’57, senatore dal 2013 e prima consigliere regionale per otto anni – è il nuovo segretario del Pd sardo.

Giuseppe Luigi Cucca – nuorese, classe ’57, senatore dal 2013 e prima consigliere regionale per otto anni – è il nuovo segretario del Pd sardo. I dati definitivi della sua vittoria si conosceranno soltanto oggi, ma il parlamentare, di stretta osservanza renziana, per il tramite del ministro Graziano Delrio, dovrebbe chiudere col 70 per cento di preferenze, in crescita di una decina di punti rispetto alla previsione di ieri notte diffusa dal partito regionale (qui la diretta di SARDINIA POST sullo spoglio delle schede).

La vittoria di Cucca, tuttavia, non è mai stata in discussione. Tanto che lo stesso senatore ha parlato da segretario in pectore già un quarto d’ora prima di mezzanotte, quando ha ufficializzato il primo obiettivo del suo mandato. “Per il Partito democratico – ha detto – comincia un nuovo corso, di unità”. Cucca l’ha ribadito anche attraverso un post pubblicato su Facebook un’ora e mezza più tardi e nel quale ha rilanciato l’hashtag #PDunito.

Quale percorso il parlamentare abbia in mente, non è ancora materia di confronto. Ma Cucca parte da una posizione di forza: stando ai numeri finora diffusi dal partito, la corrente democratica che voluto la candidatura di Cucca – ne fanno parte i renziani e gli ex Ds – è in vantaggio sul gruppo dei popolari-riformisti di Antonello Cabras e Paolo Fadda, coi quali il neosegretario si è alleato in queste primarie.

La sfida tra le due aree democratiche era molto attesa. E anzi sono stati gli stessi popolari-riformisti a imporre a Cucca l’accordo attraverso la formazione di due liste elettorali separate, in modo che fosse più facile contarsi e misurare senza margini di errore il peso politico di ciascuna corrente. Ma le urne non sembrano aver deposto a favore di Cabras e Fadda, dati indietro rispetto ai renziani e agli ex Ds con un rapporto di 60 a 40. Ciò significa che nella prossima Assemblea regionale da 160, la componente di Cucca dovrebbe avere tra i 66 e i 68 rappresentanti, mentre i popolari-riformisti tra i 44 e i 46.

In questo quadro, sempre stando ai numeri ancora ufficiosi delle primarie, l’area di Francesco Sanna, il deputato di Iglesias sconfitto da Cucca, si prepara a diventare la seconda componente interna del Pd, in virtù del 30 per cento di preferenze totali raccolto ieri alle urne. E si tratta di un dato che, se confermato, potrebbe spingere Cucca a dare all’area di Sanna la vicesegreteria del partito o la presidenza, in nome di quell’unità richiamata oggi dal senatore appena ha avuto certezza sulla sua vittoria.

Renziani ed ex Ds, per esempio, hanno vinto a Oristano con 1.351 voti contro i 746 raccolti dei popolari-riformisti. I quali hanno prevalso di misura in Gallura (1.801 contro 1.727), ma perso a Sassari (3.390 contro 3.682) e a Nuoro (1.637 contro 2.304).

All’interno del Pd sardo il tema dei prossimi giorni sarà proprio questo: la costruzione di una nuova trama capace di amalgamare le diverse aree interne che, ciclicamente, stringono nuove alleanze, finendo paradossalmente per riproporre a distanza di anni schemi già sperimentati e naufragati.

Chissà se Cucca riuscirà nell’impresa di allentare, quantomeno, gli effetti negativi del correntismo che in Sardegna ha segnato in maniera pesante la storia decennale del Pd. Di certo, la composizione della segreteria interna, cioè la squadra che affiancherà Cucca nel governo del partito, sarà la prima cartina di tornasole per capire la rotta del nuovo leader democratico.

Quanto ai rapporti tra la Sardegna e Roma, con la vittoria di Cucca e la prevalenza della sua componente interna, il Pd sardo si è ‘renzianizzato’. Lo dimostra anche la percentuale raccolta dal neosegretario nazionale nell’Isola: Renzi dovrebbe chiudere al 72,93 per cento (mancano ancora i dati del collegio Cagliari 2, di cui fa parte pure il Sulcis).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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