Un’interrogazione scritta al presidente del Consiglio per chiedere un intervento sull’abitudine di indossare le divise del ministro dell’Interno Matteo Salvini. A far compiere il passo formale è stato l’espiodio di Alghero, quando il leader della Lega ha indossato la divisa della compagnia barraccellare sul palco della cittadina catalana. Nadia Ginetti, senatrice umbra del Pd, è la prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta anche dal collega nuorese Luigi Salvatore Cucca ed entrambi sono membri della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato che deve decidere sul ruolo del titolare del Viminale sul caso Diciotti.
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“Nel corso degli ultimi mesi, il ministro dell’interno, Matteo Salvini, è più volte comparso in pubblico indossando divise, parti di divisa o elementi distintivi di forze di pubblica sicurezza (quali ad esempio, vigili del fuoco, Polizia penitenziaria, Polizia di Stato); e ciò sia nel corso di uscite pubbliche, sia nel corso del comizio tenuto in piazza del Popolo, a Roma in data 8 dicembre 2018 – si legge nell’interrogazione rivola al premier – e in alcuni casi addirittura con l’esibizione dei gradi (da ultimo in Alghero, in data 16 gennaio 2018, in cui indossava la divisa della Compagnia barracellare della Regione autonoma della Sardegna, con i gradi di capitano)”. I senatori Pd ricordano anche il caso del sindacato Usb dei vigili del fuoco che ha denunciato Salvini per l’uso della divisa e quello del guardasigilli, Alfonso Bonafede, che ha indossato la divisa della Polizia penitenziaria.
Ricordano l’importanza del ruolo della divisa e le leggi e i regolamenti che ne disciplinano l’utilizzo, i senatori Dem scrivono che “la divisa stessa rappresenta un bene comune per la cittadinanza e, come tale, deve essere tenuto al riparo dal rischio di strumentalizzazioni politiche; non è dunque consentito a ministri della Repubblica di indossare, nel corso di uscite pubbliche, divise o segni distintivi di forze di pubblica sicurezza, poiché ciò rischia di ingenerare nel pubblico la convinzione che le forze medesime rispondano, direttamente o indirettamente, ai titolari di funzioni di indirizzo politico e non già unicamente alla legge”. Per questi motivi, con l’interrogazione scritta, chiedono al presidente del Consiglio Giuseppe Conte “quali misure intenda adottare, nell’ambito della sua funzione di coordinamento dell’attività dei ministri, per porre fine a simili condotte che appaiono illegittime, oltre che inopportune, ripristinando la legalità a garanzia dell’autorevolezza delle stesse forze di pubblica sicurezza”.
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