Pd, anche la minoranza interna si defila: Soru resta solo con i suoi

Dopo le aree di Cabras, Fadda e Lai, anche l’opposizione ha deciso di non presentarsi agli appuntamenti convocati dal segretario.

È un Pd spaccato in tre, quello che stasera avrebbe dovuto provare a ricomporsi: invece al Direttorio ristretto, formato da una piccola delegazione in rappresentanza di ogni corrente interna, Renato Soru sarà solo con i suoi. Alle 18, nella sede del partito in viale Regina Margherita, non andranno né le aree di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai, uscite dalla maggioranza in opposizione alla linea del segretario, né la minoranza guidata da Ignazio Angioni e che mette insieme ex Ds, ex Margherita e renziani.

La riunione del Direttorio l’ha convocata nei giorni scorsi proprio Soru, raccogliendo in qualche modo l’invito degli ex Ds della minoranza “ad aprire una rigorosa e profonda discussione politica che, a partire dall’attuale situazione di crisi interna, indichi metodi e obiettivi per rilanciare il Pd“, come nella nota diffusa il 25 gennaio dopo un incontro a Tramatza. Una minoranza che ora ha scelto invece di defilarsi. E questo a differenza della Direzione del 15 gennaio, quando fu proprio l’opposizione interna a garantire a Soru il numero legale.

La richiesta di riunire il Direttorio è la stessa che da sei mesi avanzavano le aree di Cabras, Fadda e Lai, le quali adesso considerano la convocazione tardiva e per questo hanno deciso di non presentarsi all’appuntamento di stasera.

La posizione degli ormai ex alleati del segretario la spiega Giacomo Spissu, presidente del Consiglio regionale nella legislatura 2004-2009, quando lo stesso Soru era governatore. Tanto che Spissu è stato scelto dall’europarlamentare come interlocutore dell’area Cabras-Fadda-Lai. È il solo col quale Soru sta parlando nel tentativo di provare a ricomporre la frattura che ha mandato in frantumi l’unità del partito. Anche perché Spissu, visti gli impegni di Cabras alla Fondazione Banco di Sardegna, sta coordinando l’area.

Ma dalle parole di Spissu si capisce che margini di manovra non ce ne sono. Non ora, almeno. “Stasera – dice l’ex numero uno dell’Aula via dia Roma – il segretario ha convocato una riunione dei caminetti, dopo averci detto per sei mesi che nel Pd non si facevano caminetti”. Intendo appunto gli incontri tra politici.

Spissu richiama così il documento che le tre componenti del partito hanno sottoscritto sabato scorso, sempre a Tramatza, durante un vertice mattutino nel quale sono state concordate le dimissioni dalla segreteria dei tre rappresentanti di area, Giuseppe Frau, il faddiano della Sanità, la cabrasiana Romina Mura (Enti locali) e Dolores Lai (Cultura), cugina dell’ex leader Silvio.

Per decidere se andare o meno al Direttorio, dalle 12 si era nuovamente riunita anche la minoranza del partito che ha concluso l’incontro solo alle 15 con la decisione di non partecipare al vertice ristretto. In via Regina Margherita ci presenterà un delegato unicamente per comunicare la scelta. Ciò vuol dire che alle 18, Soru e i soriani potrebbero restare in via Regina Margherita giusto il tempo di un saluto.

Ma domani, quando alle 9,30, sempre a Tramatza, è convocata la Direzione regionale, non si prevede una giornata migliore per il Pd. Le aree di Cabras, Fadda e Lai, infatti, non ci saranno.

È ancora Spissu che spiega le ragioni: “Il segretario ha sempre detto che la Direzione è il solo luogo deputato ad affrontare i problemi del partito. Per questo riteniamo che l’ordine del giorno, incentrato sul tema dei Trasporti, si sarebbe dovuto aggiornare tenendo conto della situazione attuale”.

Dal fronte soriano, dove nessuno gradisce fare commenti ufficiali, filtra che Soru non abbia intenzione di cambiare l’agenda di domani. Al segretario è stato consigliato di tenere il punto per evitare che ogni sua apertura rispetto alle richieste degli ex alleati venga considerata un segno di debolezza.

A sostegno di questa posizione fino a stamattina c’era il fatto che i dimissionari dalla segreteria non avessero consegnato alcuna lettera. E l’atteggiamento veniva letto dai soriani come paura degli ex alleati a mollare definitivamente il controllo del partito. Ma in giornata l’uscita dalla segreteria è stata formalizzata e si è poi aggiunto il forfait dato dalla minoranza alla riunione del Direttorio.

Insomma, nel Pd si procede per tatticismi con l’opposizione interna che dimostra di non voler diventare la stampella della maggiorana a pezzi. Non a caso, il correntone Angioni non parteciperà nemmeno alla Direzione di domani a Tramatza, sebbene in una notte possano cambiare tante cose.

Chissà, in questo quadro, se i soriani daranno consigli diversi al segretario che, al momento, si ritrova isolato. Per il Pd sono ore decisive: le aree Cabras, Fadda e Lai nel documento di Tramatza hanno messo nero su bianco l’esigenza di “far cessare le ambiguità della fase attuale e di porre tutti di fronte a una nuova situazione”. Rispetto a una settimana fa, effettivamente lo scenario è mutato: tra i Dem non è scoppiata una baruffa, ma una guerra vera che sta coprendo anche il tentativo degli ex civatiani (sono un piccolo gruppo) di restare equidistanti, presentandosi comunque al Direttorio di questa sera.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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