Patto di stabilità, la Sardegna potrà spendere ogni anno 1,4 miliardi in più

Così prevede l’accordo firmato oggi a Roma dal presidente Francesco Pigliaru: attualmente la Regione può utilizzare solo 5,6 miliardi anziché 6,8.

Dal 2015 la Sardegna potrà spendere ogni anno tra 1,2 e 1,4 miliardi in più. Sarà questo il primo effetto – strettamente numerico – dell‘accordo firmato oggi a Roma da Francesco Pigliaru. L’appuntamento era in XX Settembre, sede del dicastero dell’Economia, dove ad attendere il presidente della Regione c’era il ministro Pier Carlo Padoan.

I conti sulle maggiori spese garantite alla Sardegna li ha fatti l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, nel corso di una conferenza stampa convocata nel palazzo di viale Trento alle 18 e alla quale un’ora più tardi si è unito anche il governatore, arrivato proprio dalla Capitale. Questo il quadro attuale delle finanze isolane: a fronte di un bilancio da 6,8 miliardi, la Sardegna ne usa 3,2 per coprire i costi della Sanità, seppure tecnicamente siano fuori dal Patto. Avanzano comunque 3,8 miliardi, ma a causa dei vincoli di spesa la Regione ne può investire solo 2,4. “Di fatto – ha sottolineato l’assessore – siamo obbligati a un risparmio forzato”. Pari a 1,4 miliardi che corrispondono appunto alle maggiori spese riconosciute con l’accordo di oggi.

Insomma, impasse superata da 2015 a chiudere una trattativa cominciata con l’intesa politica del 29 maggio scorso, attraverso la quale venne stabilito per l’Isola il solo pareggio di bilancio, per la prima volta nell’Italia dell’euro. “Vuol dire – ha chiarito Paci – che spenderemo quando incasseremo e potremo distribuire meglio anche le risorse. Il centrodestra ha provato per anni a ottenere un qualche risultato, noi ce l’abbiamo fatta in quattro mesi di legislatura”. L’assessore ha fatto poi un esempio: “Dall’anno prossimo nulla ci vieterà di dirottare su altri settori i soldi risparmiati razionalizzando la sanità, che vale oggi il 50 per cento del bilancio”. Ancora: “Nel caso in cui la Regione, superata la fase più dura della crisi economica, dovesse aumentare le proprie entrate, e noi puntiamo a superare i 7 miliardi, saremo liberi di investire anche quelle”.

È contento Pigliaru che parla “di grande responsabilità: la Giunta – sottolinea il presidente – è chiamata a riorganizzare la spesa e la programmazione con l’obiettivo di rilanciare finalmente l’economia della Sardegna”. Il governatore passa quindi al secondo risultato della giornata, ovvero l’accordo definitivamente chiuso sulle maggiori spese concesse all’Isola per quest’anno: “Noi avevano chiesto 500 milioni, Roma ci ha dato l’ok su 360. Certo, ci aspettavamo qualcosa in più, ma abbiamo ottenuto il massimo risultato dal 2015, ci sta una trattativa al ribasso sul 2014”.

Su come verranno utilizzati i 360 milioni aggiuntivi, è ancora tutto da decidere. Pigliaru dice: “Definito il quadro complessivo dei maggiori spazi finanziari che ci sono stati riconosciuti, ci prendiamo qualche giorno per mettere insieme le priorità e anche le aspettative maturate in questi mesi”. Di sicuro il maxi investimento sull’edilizia scolastica è in cima alla priorità, così come “la nuova ripartizione del Fondo unico per gli enti locali”. Un fondo, questo, messo fuori dal Patto nel 2013 dal centrodestra di Ugo Cappellacci. Tanto che la Regione rischiava il blocco della spesa, previsto per legge, ma Pigliaru ha strappato a Padoan l’eliminazione della sanzione.

In Giunta è ormai chiarito  anche il contrasto scoppiato questa mattina, quando l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, aveva bollato il pareggio di bilancio come “puzza di fregatura contabile e fiscale”. Maninchedda si riferiva al decreto legislativo 118 del 2011 sull’armonizzazione dei bilanci. Secondo una tabella allegata a quel dl, la Sardegna avrebbe potuto spendere appena il 50 per cento delle entrate nel 2015, per arrivare al 75 nel 2016 e ottenere il 100 per cento solo nel 2017. Ma nell’intesa firmata da Pigliaru a Roma il problema non si pone: nell’accordo Stato-Regione è prevista la correzione del decreto, quindi da subito la Sardegna dovrà rispettare il pareggio del bilancio sulla totalità delle risorse e non su una parte.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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