Patto di stabilità, Maninchedda: “Il pareggio di bilancio puzza di fregatura”

Paolo Maninchedda, l’assessore regionale ai Lavori pubblici, tuona contro l’accordo Stato-Regione sull’eliminazione dei vincoli del patto di stabilità che dal prossimo anno permetterà alla Sardegna non di avere più un tetto di spesa, ma di dover rispettare unicamente il pareggio di bilancio. Per Maninchedda, tutto ciò “puzza di fregatura contabile e fiscale“, perché nella sua applicazione sperimentale potrebbe rappresentare “un nuovo Patto di stabilità mascherato, ma per la Sardegna comunque fraudolento, perché incassi e accertamenti non sono quelli che sarebbero dovuti essere in base all’articolo 8 dello Statuto”.  L’assessore, leader del Partito dei Sardi insieme a Francesco Sedda, ha affrontato l’argomento sul suo blog Sardegna e libertà.

“Mentre passano i mesi e ci si approssima all’applicazione del decreto legislativo 118/2011 sull’armonizzazione dei bilanci – ha scritto -, che cosa si scopre? Che per stabilire quanto iscrivere nelle entrate del primo anno di applicazione occorrerà fare un calcolo (secondo uno di tre metodi previsti) tra incassi e accertamenti degli anni precedenti (durante i quali, come si ricorderà, lo Stato non ha riconosciuto il dovuto alla Sardegna). Fatto il calcolo si potrà spendere nel primo anno solo il 50 per cento della cifra ottenuta, nel secondo il 75, nel terzo il 100 per cento. Maninchedda prosegue così: “Come si fa ad avere ancora fiducia in un Governo che prepara questi trappoloni? Come si fa a restare autonomisti, piagnoni, protestatari e inconcludenti?”.

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