Mini città metropolitane, “no” di Quartu e Alghero. Ma il Sulcis ne vuole due

Retroscena dal vertice Anci che ha proposto sei mini città metropolitane: a Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias.

Quartu e Alghero hanno rinunciato alla possibilità di diventare mini città metropolitane, confermando l’una la preferenza per l’accorpamento con Cagliari, mentre l’altra si unirà a Sassari.

Il retroscena viene fuori dal tavolo di lavoro che per il ponte dell’Immacolata ha tenuto impegnata una delegazione di sindaci, convocati dall’Anci Sardegna (Associazione dei Comuni). Obiettivo: scrivere le modifiche alla riforma degli Enti locali, ovvero la legge che deve disegnare l’assetto amministrativo dell’Isola dopo la cancellazione delle Province. E inizialmente saranno soppresse quelle di emanazione regionale, cioè il Sulcis, il Medio Campidano, l’Ogliastra e la Gallura, le sole su cui l’Assemblea di via Roma ha competenza. Spetterà invece al Parlamento cancellare gli enti intermedi storici, in tutta Italia, con una modifica alla costituzione contenuta nel ddl Boschi e sul quale a fine giugno 2016 ci sarà il referendum.

Stando allo schema dell’Anci, per diventare mini città metropolitana (tecnicamente l’Associazione dei Comuni parla di città media), bisogna avere una popolazione di almeno 25mila abitanti. E in Sardegna sono in otto i centri che rientrano in questa tipologia. Ma Quartu e Alghero hanno declinato l’invito a formare un polo autonomo, a differenza di Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Carbonia e Iglesias.

Nel dettaglio degli abitanti, Sassari ne conta 127 625. Segue Quartu a quota 71.282. Olbia ne ha 59.035, Alghero 44.082, Nuoro 37.161, Oristano 31.677, Carbonia 28.847, Iglesias 27.292. Così al 1° gennaio 2015.

Rispetto alla riforma, Quartu preferisce entrare nella città metropolitana di Cagliari, insieme a Sestu, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Elmas, Capoterra, Assemini, Sinnai, Settimo, Decimo, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Villa San Pietro e Uta. Alghero, invece, andrà con Sassari, Porto Torres, Sorso e Sennori. Ma la mini città metropolitana del Nord-ovest potrà essere più grande, visto che nella proposta dei sindaci è prevista l’adesione volontaria di qualsiasi Comune limitrofo.

Come anticipato ieri da Sardinia Post, la soluzione avanzata dall’Anci non è stata ancora trasformata in emendamento alla riforma. Ma nella maggioranza di centrosinistra ci sarebbe già un accordo di massima per accogliere il pacchetto delle mini città metropolitane. E sarebbero incluse pure Carbonia e Iglesias, da lasciare distinte, seppure geograficamente vicinissime. Questo perché nessuno dei due centri vuole entrare nell’orbita dell’altro (che poi è la stessa logica di campanile che ha portato al doppio capoluogo quando vennero istituite le nuove Province).

Al momento la Giunta, a cominciare dall’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, non si è ancora espressa ufficialmente sulla proposta dei sindaci, anche perché il presidente Francesco Pigliaru è ancora impegnato a Parigi alla conferenza Onu sul clima. Ma pare che nella squadra di governo si ragioni a favore della proposta Anci. Per un motivo: rispetto al bacino demografico della Sardegna (1.659.072 residenti in totale), avere almeno 25mila abitanti è considerato un numero sufficiente per diventare un polo chiave dello sviluppo regionale. Lo pensa, su tutti, l’assessore-economista Raffele Paci. L’Esecutivo, in ogni caso, non vuole che il quadro normativo sia più complicato rispetto a quello attuale: questo è il più importante paletto messo all’Anci e alla maggioranza.

Bisognerà comunque aspettare martedì prossimo per sapere con certezza se le mini città metropolitane diventeranno legge (o meno): alle 10 scade infatti la presentazione degli emendamenti, cioè le richieste di modifica alla riforma, un potere assegnato ai singoli consiglieri e alla Giunta.  Alle 16, invece, comincerà la seduta del Consiglio, dopo lo scontro di ieri tra schieramenti, con l’opposizione di centrodestra ha abbandonato l’Aula. Per Forza Italia e alleati “le stesse correzioni proposte dall’Anci sono sostanziali, ciò che richiederebbe un nuovo passaggio nelle commissione consiliare”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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