Da mezzanotte l’Agenzia regionale per il lavoro è senza una guida

Alle 24 di oggi scade il mandato del commissario Temussi e per disaccordi interni al centrosinistra non è stato ancora nominato il nuovo direttore.

Dalla mezzanotte di oggi resta senza guida l’Agenzia regionale per il lavoro: 95 dipendenti in pianta organica a cui vanno aggiunti 318 precari. Alle 24 scade infatti il mandato di Massimo Temussi, il commissario nominato dal centrodestra lo scorso gennaio, ma non ancora sostituito dalla giunta di Francesco Pigliaru. Ciò significa che domani mattina non ci sarà un capo, quando si torna in ufficio nella sede regionale di via Is Mirrionis a Cagliari (e lo stesso succederà nei Centri per il lavoro di tutta l’Isola).

I nodi che stanno base del ritardo sono noti: sulla nomina all’Agenzia manca l’accordo in maggioranza. Anzi, è scontro, da settimane. In teoria, l’incarico da direttore deve andare a Temussi, risultato primo nella graduatoria stilata dalla commissione nominata in primavera dall’Esecutivo per valutare titoli e curricula degli aspiranti dirigenti. Le candidature presentate sono state 53, la manifestazione di interesse è del 15 maggio scorso. Ma siccome Temussi era l’uomo forte dell’ex assessore Antonello Liori (Fratelli d’Italia), non tutto il centrosinistra vuole la sua riconferma. E stavolta sarebbe appunto con i pieni poteri da direttore, competenze maggiori rispetto a quelle assegnate a un commissario.

Insomma, una patata bollente che il governatore e l’assessore Virginia Mura devono gestire a tempo di record. Quasi certamente nella seduta di Giunta fissata per domani, anche se la nomina all’Agenzia non è all’ordine del giorno. Il fatto, tuttavia, risulta irrilevante, visto che la delibera può essere portata fuori sacco e votata senza difficoltà. Il problema è che non esiste l’intesa politica, tanto che si è arrivati alla scadenza di Temussi senza un’alternativa.

Sullo sfondo, le spinte dei partiti: Temussi è sostenuto dalla stessa Mura e per lui si sta muovendo pure il presidente della commissione consiliare per il Lavoro, Gavino Manca. Cioè un fronte del Pd che, rispetto agli assetti del partito, rappresenta l’attuale minoranza, quella che ha candidato il senatore Ignazio Angioni alla carica di segretario alle primarie del prossimo 26 ottobre.

E per un Pd che litiga, ci sono i partiti alleati pronti ad approfittare della mancata unità democratica. Il terzo della graduatoria è Mauro Tuzzolino, il candidato di Sel. Del resto, la Giunta non ha l’obbligo di rispettare l’ordine deciso dalla commissione, basta che venga scelto uno degli otto che hanno riportato la votazione massima, cioè “Ottimo”. La seconda in graduatoria è Speranza Schirru. Quarta e quinto rispettivamente sono Carmen Atzori e Massimo Matolo. Il sesto è Maurizio Sorcioni, il settimo Luca Galassi, l’ottavo Giovanni Deiana.

Pigliaru non starebbe sottovalutando nemmeno l’ombra dei ricorsi che si è allungata sulla manifestazione di interesse: tra i 53 partecipanti ci sono malumori sulle valutazioni assegnate, di qui la decisione di qualcuno di ricorrere alle vie legali.

Di oggi, invece, lo strappo di Sinistra Unita, il cartello elettorale formato da Rifondazione e dai Comunisti italiani: in una conferenza stampa i due partiti hanno letteralmente bocciato la Giunta sulle politiche per l’occupazione. Va detto che Sinistra Unita – rappresentata nell’Aula di via Roma dai consiglieri Fabrizio Anedda e Alessandro Unali, entrambi del Prc – ha puntato la prua contro l’Esecutivo dopo che è diventata certa l’esclusione di Lorena Cordeddu. Ovvero, la funzionaria del Servizio per il lavoro nella Provincia del Medio Campidano sponsorizzata appunto dai comunisti, ma finita solo al 28/mo posto della graduatoria. Il profilo della Cordeddu, presente alla conferenza stampa, ha ottenuto una valutazione “Sufficiente”. Resta il fatto che Sinistra Unita è l’unico partito, tra i piccoli della coalizione sopra il 2 per cento, ad essere stato escluso dalla Giunta. Per questo la direzione all’Agenzia era vista come una sorta di camera di compensazione rispetto al mancato ingresso nella squadra di governo.

Domani Pigliaru e la Mura potrebbe scrivere la parola fine allo scontro. Anche perché ci sono tre scadenze importanti: il 30 settembre vanno ricontrattualizzati i 318 precari e per farlo bisogna prima approvare la dotazione organica dell’Agenzia, come risulta dalla delibera 23/13 del 25 maggio scorso. Il primo novembre, invece, parte “Garanzia giovani”, progetto di punta dell’Esecutivo: ci sono da assegnare 54 milioni, si sono già iscritti 13mila ragazzi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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