L’ombra dei ricorsi si allunga sulla selezione bandita dalla giunta di Francesco Pigliaru per scegliere il nuovo direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro. Nulla di ufficiale, ancora: ma qualcuno dei 53 candidati ha già contatto un avvocato per opporsi alla graduatoria stilata dalla commissione che ha valutato titoli di studio e curricula degli aspiranti direttori. Ci sarebbero, per esempio, secondo lauree non riconosciute, quindi punteggi finali più bassi rispetto a quelli attesi in base ai criteri stabili nella manifestazione di interesse pubblicata dalla Regione lo scorso 15 maggio.
Il risultato è che oggi nella seduta di Giunta non è stato deciso il nome del futuro direttore, quello che sostituirà il commissario Massimo Temussi, il quale, peraltro, è il primo della graduatoria contestata. Rispetto ai 53 candidati, in 8 hanno riportato una valutazione da “ottimo”.
In queste ore è anche ventilata l’ipotesi che l’Esecutivo possa optare per la proroga dell’incarico a Temussi, nominato lo scorso gennaio dal centrodestra di Ugo Cappellacci. Il mandato di Temussi scade lunedì 15. Ma il 30 settembre ci sono da rinnovare i contratti a oltre 300 impiegati dei Centri per il lavoro. La partita vale una decina di milioni. Insomma, roba grossa che non rientra nei poteri di un commissario, visto che si tratta di programmazione straordinaria. Di qui l’inutilità di prorogare Temussi.
Difficile dire come andrà a finire. Di certo nel centrosinistra si continua a cercare una convergenza per evitare strappi interni. Ricorsi a parte, i papabili sono otto: oltre a Temussi, in ordine di graduatoria, ecco Speranza Schirru, Mauro Tuzzolino, Carmen Atzori, Giuseppe Matolo, Maurizio Sorcioni, Luca Galassi e Giovanni Deiana. La partita è aperta. Gli sponsor politici sembrano importanti potrebbero rivelarsi addirittura decisivi nella scelta finale.
Al. Car.
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