Il ‘manifesto di Ghilarza’: autonomia e federalismo per far rinascere la sinistra

Rifondare la sinistra, ripartendo dal basso, con i militanti, quelli che si riconoscono nell’ala più a sinistra del Pd o in Liberi e Uguali o senza un partito di riferimento. È questa l’idea che è stata lanciata da Ghilarza in una partecipata assemblea – oltre duecento persone – sul tema “Autonomia e Federalismo”. Si sono ritrovati insieme quei militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita e inerte dopo la sconfitta elettorale. Così si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi Ghilarza, luogo fortemente simbolico e Sa die de sa Sardigna come spunto per riflettere.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista e il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo e indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu, Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano. “Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016 ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare” ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e Presidente ANCI, con una forte critica al centralismo e alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto consigliere regionale di Leu; un giovane studente Bruno Concas si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai e Patrizia Desole Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici.

 

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