La “guerriglia” di Mauro Pili su Facebook. Ma si candida o no? Mistero

Sono le dieci in punto di oggi lunedì 5 agosto, e come promesso compare finalmente sul profilo facebook di Mauro Pili il documento “Medas, Sabios, Unidos” annunciato nei giorni scorsi con una campagna in vero stile guerrriglia marketing: una sola immagine misteriosa ed evocativa dai colori scuri, rossa e nera, al centro la sagoma di un uomo che cammina in mezzo a una natura minacciosa e matrigna, per usare le parole di Giacomo Leopardi.

Sono le 10, l’immagine vira sul bianco, la sagoma si riconosce chiaramente con quella di Pili, ecco finalmente il testo tanto atteso: Medas, Sabios, Unidos sono “pensieri di libertà e riscatto” rivolti a tutti i Sardi e in particolare ai caduti del Monte Zebio, località dove il 5 agosto del 1916 i soldati della Brigata Sassari ricevettero la medaglia d’oro al valore militare. Esattamente 97 anni sono trascorsi da quella data, e oggi Mauro Pili ricorda i combattenti della Sassari ripercorrendo trincee e assalti, sacrificio e onore, sangue e coraggio dei tredicimila sardi che qui persero la vita: “Nessuno di quei giovani è restato a guardare. Nessuno si è nascosto. Nessuno è restato nelle retrovie. Nessuno è stato egoista. Nessuno ha scelto di essere lì per un interesse personale. Nessuno si è rifiutato di combattere per la propria Patria e per il proprio popolo. Nessuno si è sottratto dall’elevare in alto l’onore, il coraggio e la fierezza del Popolo Sardo. Tutti, nessuno escluso, erano qui. Consapevoli della loro vita, protagonisti del loro futuro, anche quello più atroce”.

Un discorso commosso e accorato, dai toni lirici, quasi foscoliani, uno stile ricercato e sublime ricco di figure retoriche, arcaismi ed effetti ritmici. Ed ecco il ringraziamento “a Voi, figli di Sardegna per il grande insegnamento di altruismo, la vostra fierezza, il vostro orgoglio, il coraggio forte e duro come il granito di Sardegna, la vostra eterna lezione di vita”. Ecco la richiesta di perdono, “per non aver onorato sino in fondo il vostro sacrificio, per aver adagiato la nostra vita in un cantuccio, per aver ammainato la bandiera del coraggio, della fierezza, dell’altruismo, per non aver tenuto alto quel vessillo del Popolo Sardo”. Ecco il richiamo alla lezione di Emilio Lussu, protagonista e testimone di quelle vicende narrate poi nel suo capolavoro “Un anno sull’altipiano”.

E alla fine, come era prevedibile, i pensieri di libertà, e in libertà, scendono dal cielo della memoria precipitando sulla terra della politica isolana con l’impegno di Mauro Pili per la “Rivoluzione sarda”, vera e propria dichiarazione di intenti che parrebbe confermare l’intenzione di candidarsi alle prossime elezioni regionali. Parrebbe, perché Pili non è esplicito. Ricomincia con la lirica: “Ai figli, ai nipoti e pronipoti di questi nostri gloriosi caduti in queste montagne oso dire: onoriamo sino in fondo questi nostri bisnonni, nonni e padri. Non solo con una mesta parola di preghiera. Ma con l’ardore e la passione di chi vuole risollevare alto il vessillo di giustizia e libertà del popolo sardo”. E il richiamo ad azioni forti, abnegazione, coraggio e determinazione: “Facciamolo per la memoria di quei tanti figli di Sardegna caduti per questa terra e per il suo popolo. Facciamolo per i nostri figli. Fatelo, facciamolo, per la Sardegna e per il Popolo Sardo. Non più pocos locos y mal unidos, ma Medas Sabios e Unidos”. E infine l’immancabile “Fortza Paris”.

Insomma, un testo di propaganda. Ma non l’annuncio tanto atteso. E la domanda rimane: Mauro Pili si candiderà o no per far perdere il suo nemico Ugo Cappellacci?

Francesca Mulas

 

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